Lazio, è un Immobile extralusso: la scalata continua

ROMA – Dica centoottantatré. Mal di risultato? Ci pensa Immobile, sempre e comunque il miglior rimedio possibile. Capocannoniere plurilaureato, master in leadership. Indossa la corona e porta la croce. Anima della Lazio, trascinatore assoluto. Sarebbe quasi riduttivo, se non fossero così tanti, contare i gol realizzati. Ma di fronte a certi numeri c’è solo da inchinarsi. «Questo pesava tantissimo, è per tutto il popolo laziale. Lo meritava», ha detto con la faccia stremata. La squadra è rimasta in dieci e lui ha corso per quattro. Sono 183 reti in biancoceleste, le stesse segnati in Serie A sommando quelle con le maglie di Genoa (5) e Torino (27). Con la Lazio ora sono 151 in 209 presenze di campionato. In un colpo unico s’è tolto una doppia soddisfazione: battere il Bologna e avvicinare Batistuta nella classifica all-time, ora è a 183 e l’argentino a 184. La scalata continua: la top ten è un passo, tremano i miti del passato, gli bastano 6 timbri per diventare il nono in solitaria mettendosi alle spalle il terzetto formato da Signori, Del Piero e Gilardino, tutti a 188.

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Immobile, il carisma

Chi può fermare un furore simile? Il Bologna, alla lunga, non c’è riuscito. Immobile ha preso parte a 7 gol (5 reti e 2 assist) nelle ultime 7 presenze di campionato contro i rossoblù. Si è confermato il loro incubo, possono consolarsi pensando di non essere gli unici. Compagnia allargata di vittime. Capitano e spirito guida, l’ultimo a mollare, il primo a suonare la carica nei momenti complicati. «La vittoria è giusta. Non per il gioco espresso, ma per le difficoltà che ci sono state. Abbiamo dimostrato carattere, quello che ci chiede il mister e che a volte ci è mancato per fare il salto qualità», il commento a caldo a Sky. Il sinistro incrociato ha bucato Skorupski e fatto esplodere un Olimpico furente: «Il pubblico meritava una partita del genere, di cuore e carattere. Dobbiamo rimanere lucidi senza innervosirci. La scorsa stagione probabilmente ne avremmo subiti due, invece l’abbiamo tenuta in piedi e ribaltata», ha aggiunto a Dazn.

Lazio, ambizione

La liberazione è arrivata al 79’: «Il gol serve per crescere, nel primo tempo ci siamo detti di stare calmi e continuare a giocare. Zero alibi, sono stati acquistati tanti giocatori, tutti forti e dentro il progetto. Li abbiamo fatti sentire subito a casa. Ci sono tutte le condizioni, basta solo fare lo step di cui parlavo prima». Si è donato alla causa fino all’ultima goccia di sudore, in estate s’è speso anche nelle vesti da “dirigente” contattando i calciatori in fase di trattativa: «Faccio il mio lavoro nello spogliatoio e in campo, poi è normale che uno voglia sempre giocatori forti nella propria squadra. Non voglio intromettermi in cose che non mi competono ancora, non so cosa farò quando smetterò…». Il secondo anno di Sarri è iniziato col piede giusto: «Il lavoro è stato assimilato più facilmente, c’è ancora più unione con il mister e lo staff».

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La costanza di Immobile

Famelico come d’abitudine, sono 7 anni di fila che finisce nel tabellino dei marcatori nella prima stagionale con la Lazio: 6 volte in campionato, 1 in Supercoppa Italiana nel 2017 perché era stato “costretto” ad affrontare la Juventus ad agosto (doppietta e trofeo in bacheca). Sbrana avversari e record: il 2-1 di ieri gli ha permesso di diventare il quarto giocatore capace di andare in gol all’esordio stagionale in Serie A per 5 campionati consecutivi (nell’era dei 3 punti a vittoria). Gli altri sono Muzzi, Shevchenko e Muriel. È un Immobile di lusso. Chi disprezza è solo perché non lo può comprare.

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