Lazio, Napoli, Inter: tre su tre ai quarti di Champions? Ecco perché si può

La squadra di Sarri col Bayern ha la sfida più dura, ma le nostre rivali sono in cerca d’identità

Mimmo Cugini

26 gennaio – 09:21 – MILANO

Tra meno di un mese Lazio, Napoli e Inter (in ordine di calendario) torneranno in campo nella competizione più attesa, la Champions League. Riletto oggi il sorteggio dello scorso 18 dicembre sembra un po’ meno complicato per i nostri club. Sperare di avere tre squadre nei quarti di finale come nella scorsa stagione non sembra più impossibile, anche se per la Lazio (la prima squadra a scendere in campo) il Bayern resta un avversario durissimo. Per la squadra tedesca però, abituata a vincere tutto in casa sua (undici titoli consecutivi, risale al 2012 il trionfo di un altro club, ovviamente il Borussia Dortmund) e tanto anche in Europa (6 Champions) è una stagione difficile. In Bundesliga il Bayern è costretto ad inseguire il Leverkusen e il ritardo dopo 18 partite è di 4 punti, Tuchel (subentrato a Nagelsmann lo scorso marzo) in Champions ha avuto un girone morbido e si è qualificato senza problemi ma i tedeschi sul piano del gioco non convincono, come dimostra anche l’ultima sofferta vittoria sull’Union Berlino.

l’incognita

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Se la Lazio ritrova la migliore condizione dei suoi uomini chiave (Luis Alberto e Immobile) può provare a fare l’impresa. Vive un momento ancora più difficile il Barcellona di Xavi, bastonato dal Real Madrid nella finale di Supercoppa, eliminato dalla Coppa del Re dall’Athletic Bilbao e irrimediabilmente tagliato fuori dalla corsa per il titolo in Liga (7 punti di ritardo dal Real e 8 dalla sorpresa Girona). L’ultimo clamoroso ko contro i baschi di Ernesto Valverde sembra addirittura mettere in discussione Xavi. La sfida con il Napoli è decisiva per il futuro dell’allenatore e rappresenta uno spartiacque per la stagione blaugrana costellata da clamorosi errori difensivi (già 24 i gol subìti). Xavi sta attingendo al fantastico settore giovanile catalano, viste le difficoltà del club sul mercato, ma gli equilibri della squadra sono precari e nei momenti di difficoltà l’inesperienza dei canterani viene a galla. Il Barça poi paga l’anomalia di una stagione lontana dal suo stadio: giocare all’Olympic Montjuïc non è la stessa cosa che avere i novantamila del Camp Nou che spingono. Un altro piccolo vantaggio del quale il Napoli di Mazzarri può approfittare. È altalenante invece la stagione dell’Atletico Madrid di Simeone, che in Liga non ha mai avuto ambizioni se non la qualificazione alla prossima Champions e in Europa ha facilmente vinto il suo girone senza rimediare sconfitte. Ma il Cholo sta portando avanti una vera e propria rivoluzione tecnico-tattica con la ricerca di un gioco collettivo basato sul controllo della partita, un calcio più offensivo che ha dimenticato l’iperdifensivismo di qualche anno fa senza però abbandonare certi concetti come la difesa bassa e compatta. E un attacco che gira attorno all’iperattività di Griezmann e alla concretezza di Morata cui adesso si aggiungerà anche Moise Kean. Anche i numeri della stagione dimostrano l’evoluzione offensiva di Simeone: mai fatti tanti gol (40) e mai subiti tanti (23). Un altro Atletico insomma, forse anche questa una buona notizia per l’Inter di Simone Inzaghi che soffre contro avversari chiusi. Tre su tre in Champions? Si può fare.

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