Lazio, il Sarrismo spiegato con i numeri: ecco i dati da record

ROMA – Colpisce più l’opera che il risultato. La Lazio vince 2-0 contro l’Atalanta (fino a ieri imbattuta) e sfodera una grandissima prestazione. Senza Immobile, centro del mondo biancoceleste, la squadra di Sarri riesce a giocare un calcio totale, quello più vicino all’idea che il tecnico pensa e studia. L’aiuto di tutti per sopperire alla mancanza dell’ultrabomber. E i dati raccontano una partita super a Bergamo.

Si è visto il Sarrismo

Il più grande, enorme, passo avanti che la Lazio sta facendo rispetto al passato è aver blindato la difesa. Solo 5 gol subiti, gli ultimi il 3 settembre scorso in casa contro il Napoli. Sesto clean sheet consecutivo, non accadeva addirittura dal marzo 1998 con Eriksson in panchina (furono 7). In Europa la difesa della Lazio è sul podio. Solo il Barcellona ha incassato meno reti in campionato (4). E il gioco risulta letale. Tutto parte dal portiere, proprio come piace a Sarri. Provedel a Bergamo è quello con il secondo miglior indice di verticalità (3.47). Tradotto: il numero di giocatori avversari superati da un passaggio verticale. Ma soprattutto il portiere è quello con l’indice di rischio di passaggio più alto (40.76%). Si rischia la giocata per uscire dalla prima pressione avversaria. Uno dei dettami principali del Sarrismo.

Possesso palla e non solo

Corsa e pressione, difesa alta e possesso palla. Con l’Atalanta si è visto tutto. I biancocelesti hanno percorso in totale 119.623 chilometri, 9 in più rispetto agli uomini di Gasperini. Baricentro alto e palla sempre tra i piedi per 30’23’’ totali (su un tempo di gioco effettivo di 57’19’’). Nessun tiro in porta concesso, nessun tiro in porta su azione da palla inattiva. Ben 489 passaggi riusciti (rispetto ai 399 dei nerazzurri) e 31 passaggi lunghi. Il calcio totale, forse la partita più sarrista da quando Sarri è sulla panchina della Lazio. 

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