L’Andes e la riapertura degli stadi: «Serve una cabina di regia»

ROMA – La formazione a distanza per gli steward, un testo unico degli esami per chi vuole intraprendere questo percorso, una cabina di regia unica che individui le modalità della riapertura degli impianti sportivi al pubblico. Tre punti chiave fissati dall’A.N.DE.S, l’Associazione Nazionale Delegati alla Sicurezza, in vista dell’auspicata riapertura degli stadi al pubblico. L’associazione del presidente Ferruccio Taroni (nella foto) da un lato prosegue nel tentativo di interlocuzione con le istituzioni del mondo del calcio e del governo, dall’altra lavora al suo interno in vista di un auspicato alleggerimento delle misure di restrizione.

Analizziamo nel dettaglio le tre proposte partendo dalla formazione a distanza. «La pandemia – dice Taroni – e le norme attuali impediscono di fatto la formazione sul campo degli steward. Ecco quindi che i momenti di formazione online potrebbero essere inseriti in un percorso che, delineandone le modalità, li ufficializzi e li valorizzi. Il percorso di crescita di ogni candidato steward e di ogni operatore non deve essere troppo penalizzato da questa situazione. Anzi, possiamo sfruttare questo momento definendo regole che garantiscano una ripresa con steward più consapevoli e professionali, per affrontare la nuova fase». Andes propone quindi di sfruttare questo momento per definire una maggior uniformità sulla figura chiave della sicurezza degli stadi, gli steward. «Quando sarà possibile riaprire al pubblico dovremo affrontare un’importante sfida, che al momento riusciamo solo ad intuire: ossia comprendere quale sarà l’evoluzione dei pilastri Safety-Security-Service, alla luce delle nuove esigenze e funzionalità. La professionalizzazione degli operatori sarà certamente un prerequisito sul quale innestare le nuove esigenze. La formazione non deve essere mai un’attività fine a se stessa ma il trasferimento di conoscenze comportamentali e consapevolezze. Bisogna lavorarci ora».

Secondo punto: la necessità di adottare un testo unico per gli steward dal quale attingere per testare la formazione. Il membro della Commissione tecnica Andes Francesco Davalli, spiega. «L’obiettivo è che tutti possano compiere lo stesso percorso di formazione e di approfondimento delle regole, arrivando così ad avere in futuro professionalità omogenee. Come ricordato la professionalità si deve declinare sui tre pilastri sopra ricordati, ossia Safety, Security e Service e le modalità di lavoro di molti steward finora provengono da una formazione sbilanciata su uno solo dei tre pilastri, spesso l’aspetto legato alla security. Da quando la principale criticità è legata alle regole per evitare i contagi, tema che si riferisce alla safety, questi steward sono diventati pressoché inutilizzabili e sono stati quasi emarginati. Sicuramente la safety resterà di primaria importanza per tutta la fase di transizione del ritorno del pubblico, ma è necessario capire quale sarà la nuova esigenza di service dell’utente medio alla riapertura. Solo gli steward adeguatamente formati potranno soddisfare le nuove esigenze dei fruitori e realizzare un servizio efficace».

Infine l’individuazione di una cabina di regia che possa fornire indicazioni univoche sulle modalità di riapertura degli stadi. «Più che comprendere quando gli stadi saranno riaperti – è il presidente Taroni che parla – per chi organizza i sistemi di sicurezza è indispensabile capire come saranno riaperti. Da qui la proposta di individuare un gruppo di lavoro che possa indicare le modalità con cui verranno accolti di nuovo i tifosi allo stadio, con l’obiettivo di evitare modalità eterogenee a livello nazionale, che potrebbero complicare l’organizzazione del sistema di sicurezza».

«Gli steward da stadio – conclude Davalli – sono figure professionali nelle quali dobbiamo credere ed investire per poter ottenere gestioni ottimali e stadi sempre più accoglienti per sostenitori e famiglie. D’altronde questo è l’esempio che viene dal Regno Unito che ha appena pubblicato le linee guida per gli steward da stadio che possono però operare anche in altri eventi di pubblico spettacolo. Definire le regole ora, per permettere a tutti gli attori del settore di organizzarsi al meglio e raggiungere un obiettivo non formale ma sostanziale: riaprire gli stadi al pubblico in piena sicurezza. Ci dobbiamo credere tutti ed investirci da subito».

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