La Roma sì. E… tutto il resto no

Infortuni di gente pesante come Chris Smalling e Gini Wijnaldum. Paulo Dybala a mezzo servizio. Il pallone di Cristante fuori di un soffio. Il palo di Pellegrini. Quello di Ibanez. Gli errori davanti al portiere avversario. Qualche palla di troppo persa a centrocampo. Sembrava una notte stregata, quella della Roma, come tante ce ne sono state nella sua storia. L’Olimpico pieno, la presenza di Totti e De Rossi, migliaia di bandiere, il pareggio del Feyenoord subito dopo l’infortunio di Smalling: sembrava una notte stregata, ancora una volta. E invece non è stato così. La Roma sì e tutto il resto: no.

Roma, una notte Magica

Perché se c’è una cosa che Mourinho ha portato alla Roma, più del gioco, dei punti, persino più di un trofeo (ha riaperto la bacheca dopo 14 anni, anche se qualcuno tende a dimenticarlo) è stata la capacità di sovvertire la storia. José Mourinho ha trasmesso alla Roma il suo Dna, ha tolto polvere, muffe e paure dalle spalle dei romanisti (giocatori e tifosi) e quindi quella che sembrava essere una notte stregata è stata, semplicemente, una notte magica. Con i gol di Spinazzola, uno che non segna mai, Dybala, uno che tocca ogni pallone come fosse una carezza, El Shaarawy e, soprattutto, Lorenzo Pellegrini. Il rigore di Rotterdam non è che un brutto ricordo, per il capitano, che davanti al Capitano, con la C maiuscola, e davanti a De Rossi, finisce arrampicato in curva Sud. La Roma sì, appunto. E tutto il resto no.


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