La Roma chiama Abraham: deve segnare di più

Ad agosto ha preso il posto di Dzeko, finito sul podio dei goleador giallorossi di tutti i tempi. Edin è voluto andare all’Inter e la Roma non lo ha trattenuto, ben felice di concludere un rapporto ormai logoro e di liberarsi di un ingaggio lordo di 16 miliardi. Tammy Abraham si è preso la maglia numero nove e ora guida l’attacco giallorosso. Un avvio promettente, un rendimento così e così: due gol in campionato e due in Conference League. In serie A non segna dal 23 settembre. Per tornare alla vittoria dopo un punto in due partite Mourinho aspetta che l’inglese si sblocchi. L’ultima rete il 30 settembre in Conference League contro lo Zorya Luhansk. Ha colpito sei pali, ha sbagliato qualche gol, non è stato molto fortunato. Dzeko finora è andato molto meglio: sette reti in campionato e una in Champions Il ruolo di titolare di Abraham non è in discussione. Per Mourinho è il titolare indiscusso, il tecnico lo incita, lo aiuta a migliorarsi. Il gol gli manca, contro il Napoli ha avuto un’occasione incredibile e ha sbagliato. I tifosi sono tutti con lui, ha conquistato la fiducia della gente, abituata a centravanti del calibro di Pruzzo, Montella, Batistuta, Dzeko. In attacco sono lui e Zaniolo gli uomini che possono fare la differenza, Morinho punta ancora su di loro, gli chiederà gli straordinari, stasera a Cagliari, poi domenica contro il Milan. Da loro lo Special One si aspetta i gol, Zaniolo insegue ancora la prima rete in campionato. Nicolò sta crescendo, messa da parte la grande paura per la distorsione al ginocchio operato nel settembre del 2020. Con Abraham in campo si cercano, amano giocare in profondità.

A CACCIA DI GOL – Tammy fatica a sbloccarsi. Il gol gli manca, la Roma è rimasta a secco per due partite. I Friedkin hanno puntato decisamente su di lui. Hanno investito 40 milioni, Tiago Pinto è volato a Londra per convincerlo. L’inglese si è ambientato in fretta, vuole aiutare la squadra che lo ha fatto sentire subito importante. In campo lotta su ogni pallone. Resiste alle cariche, ai falli. Riesce a non litigare con gli avversari che lo riempiono di botte. E’ altruista, cerca i compagni, apre varchi. Non è il classico centravanti egoista. Domenica era molto arrabbiato per aver fallito quel gol: si è presentato davanti a Ospinna sulla verticalizzazione di Cristante e ha calciato fuori. E’ stata quella la migliore occasione della partita. E’ rimasto in campo nonostante un problema alla caviglia, quella che si era infortunato in Nazionale contro l’Ungheria. Ha stretto i denti per restare in campo. E quando è stato sostituito dopo aver dato tutto, per lasciare il posto a Shomurodov, i tifosi gli hanno riservato la standing ovation. Stasera a Cagliari servono i suoi gol per conquistare i tre punti. La Roma non può aspettare e Tammy nemmeno. Ma Abraham non si discute, si ama.

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