La lezione di Wadji: segna di mano, si pente. E confessa all’arbitro

Nella sfida tra il Qarabag e il Marsiglia il senegalese svela il gol irregolare all’arbitro che non aveva visto. L’allenatore: “Lezione di vita”

Si torna indietro nel tempo in Conference League, dove tecnologia e Var saranno presenti soltanto in finale. Un attaccante segna con la mano senza che l’arbitro se ne accorga, per poi pentirsene. Una rete, quella del senegalese Ibrahima Wadji, che in ogni caso non avrebbe spostato gli equilibri della sfida dei playoff tra la sua squadra, il Qarabag, e il Marsiglia, già in vantaggio di un gol (vincerà 3-0) al momento dell’episodio e che passerà agli ottavi forte anche del 3-1 dell’andata.

Fair play

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Siamo appena entrati nel 34’ minuto di gioco quando Wadji, 26 anni, salta sul cross dalla sinistra di Bayramov, però troppo alto per colpire di testa. È questione di un attimo: capisce di esserci comunque arrivato prima di Mandanda, il portiere avversario, e d’istinto allunga la mano. Se l’arbitro polacco Frankowski indica il cerchio di centrocampo, in campo tutti protestano e sugli spalti la gente fischia. Tre minuti pieni di litigi senza la possibilità per il direttore di gara, di rivedere l’azione. Ci pensa lo stesso Wadji, allora, a chiarire l’accaduto e a far annullare il gol, convinto a “confessare” dall’allenatore Gurban Gourbanov, dopo un confronto con Guendouzi del Marsiglia, e dal proprio capitano, il russo Maksim Medvedev.

Lezione di vita

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“Non ho avuto nessuna esitazione, è stato un episodio inaccettabile” il commento del tecnico degli azeri, applaudito anche dal collega Jorge Sampaoli: “Gourbanov ha dimostrato la sua umanità, solo una brava persona poteva prendere questa decisione. È stata una lezione di vita perché non erano obbligati a farlo, non so se ne sarei stato capace”. Infine, a Rmc Sport pure Wadji ha raccontato un retroscena del dialogo con Guendouzi. “Mi ha detto: fratello devi dire la verità, sei musulmano. Dio ti punirà se menti”.

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