La Lazio e il sogno Flaminio: la corsa ad ostacoli

ROMA – Claudio Lotito concentrato sul progetto Flaminio. Il patron della Lazio ha in testa il restyling dello storico impianto che al momento vive in uno stato di completo abbandono. I discorsi vanno avanti con il Comune di Roma, che ha inviato al presidente il Piano di Conservazione dello stadio. Un lavoro di 594 pagine (presentato in Campidoglio lo scorso 27 ottobre) finanziato dalla Getty Foundation di Los Angeles. Un progetto oggi finito dopo 3 anni di attività e un team di 36 specialisti, con la collaborazione congiunta dell’Università La Sapienza di Roma, l’Associazione Pier Luigi Nervi Project e Do.co.mo.mo. Italia. Ci sono le linee guida per il corretto utilizzo dell’impianto sotto la famiglia Nervi, che ne detiene i diritti morali sull’opera sino al 2049.

Lazio, i vincoli sullo stadio Flaminio

Venti i punti che riguardano varie zone dello stadio. Ci sono opere di “importanza significante” che non potranno essere toccate, altre meno. Si inizia dal terreno di gioco: “Ripristino alla sua configurazione iniziale”, con una serie di operazioni necessarie tra cui la “demolizione delle terrazze orientali” in modo tale di “riportare in vista il muro che delimita il campo”. Le tribune sono intoccabili perché considerate di “importanza significante”. Stesso discorso per la Galleria Ovest, non per Gallerie Nord-Sud: da “riorganizzare, ma senza alterare le facciate”. Intoccabili le palestre scherma, ginnastica e la piscina. Meno importanti le palestre lotta e pesi e boxe. Per quanto riguarda invece le infrastrutture intorno allo stadio (strade, parcheggi…), le considerazioni si limitano per lo più a suggerimenti. Lotito ragiona, idea, pensa. Il sogno Flaminio è difficile, ma non irrealizzabile.

Lazio, cercasi attaccante esterno: tutti i nomi

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