La Juve si complica la vita Gli ottavi sono rimandati

Una dormita e svanisce tutto. Non è un sonno che cancella la stanchezza, ma gli sforzi. Non è un riposo pieno di sogni, ma che ripropone qualche spettro: quello per esempio del secondo posto nel girone (ancora da conquistare, peraltro), con i suoi annessi di avversari enormi negli ottavi. Il sonnellino che colpisce la Juve arriva al minuto 84, su una punizione di Ghezzal: Tolisso stacca in area piccola fra due compagni, mentre la linea juventina sbaglia il fuorigioco. Uno a uno, Lione ancora in corsa, seppur a -4. Ma soprattutto svanisce in un colpo la qualificazione con due turni di anticipo, la difesa imbattuta, la sicurezza di aver trovato qualche soluzione in più. Perde importanza il 100° gol italiano di Higuain, se ne va il Siviglia (10 punti), ci si preoccupa per l’infortunio di Bonucci.

su e giù — Partita contraddittoria, quella bianconera, con alcuni segnali positivi nel primo tempo, e poi un calo improvviso e visibile nella ripresa, chiusa con una fuga di Lacazette che avrebbe potuto fare anche danni maggiori. Allegri prima gongola: ha ritrovato il “regista” Marchisio, ha trovato una valida alternativa per il centrocampo in Sturaro, ha varato in Europa la difesa a 4, continuando a non prendere gol. Poi vede i suoi perdere il pallino del gioco e metri di terreno e prova a correre ai ripari: fuori Pjanic, ancora giù, pure da trequartista (sarà una questione di posizione, poi?), ritorno al 3-5-2, dentro le frecce Alex Sandro e Cuadrado. Ma la Juve non c’è più.

Il calcio di rigore realizzato da Gonzalo Higuain, 28 anni, che vale il momentaneo 1-0 per la Juve. Afp

Il calcio di rigore realizzato da Gonzalo Higuain, 28 anni, che vale il momentaneo 1-0 per la Juve. Afp

gol e occasioni — I francesi si erano presentati per primi al tiro, con Rybus (resterà l’unica parata di Buffon) e confermano di avere ottime individualità davanti, con Ghezzal che fa impazzire Evra. Dietro, però, soffrono: Diakhaby al 12’ atterra goffamente Sturaro in area, servito da Higuain, mandando proprio Gonzalo alla prova del dischetto (non una specialità): portiere spiazzato. Dopo l’1-0 la Juve ha le occasioni migliori, con un palo scheggiato da Marchisio e due occasioni sfruttate male dal numero 9 e da Mandzukic (nella ripresa). Poi piano piano Lacazette e compagni prendono fiducia, serve una chiusura delle sue di Barzagli per evitare il pari a metà ripresa, le corse in pressing di Mandzukic si fanno meno frequenti e efficaci, dietro si balla, a tre o a quattro.
“nuovo” modulo — Due anni fa Allegri passò dalla difesa a tre al modulo a quattro nella quarta partita del girone, con l’Olympiacos. Allora la situazione era molto più in salita di oggi, ma la Juve poi arrivò in finale. Stasera per la quarta di Champions fa la stessa cosa (4-3-1-2). La mossa ha l’effetto di aggiungere un uomo in mezzo a centrocampo: il reparto risulta così più compatto e attivo, anche perché Marchisio dà altri giri rispetto ad Hernanes, e perché l’aggiunta è Sturaro, che interpreta il match con la solita “garra”, caratteristica non sempre presente nei compagni di reparto. L’idea sarebbe anche quella di liberare Pjanic e quindi vederlo al suo meglio: in realtà il bosniaco fatica ancora a farsi trovare. Un problema da risolvere, per il futuro, così come la tenuta atletica e psicologica. La qualificazione resta a un passo, il primo posto un po’ più lontano. Così come le certezze sulla squadra.

dal nostro inviato Valerio Clari 

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