La Fiorentina scopre Gonzalez: è lui l’uomo in più

FIRENZE – Ha giocato meno di tutti e ha segnato più di tutti gli altri viola. Basta questo dato per far capire che Gonzalez può essere l’uomo della svolta, quello maggiormente talentuoso ma anche decisivo fino a diventare il capocannoniere attuale della Fiorentina con quattro reti. Ecco perché con un Nico così, Firenze può provare a riavvolgere il nastro delle ambizioni. Alte a inizio stagione, poi cadute in picchiata dopo un avvio più complicato del previsto. Ora però, con il ritorno dell’argentino, la città può tornare a sognare e accelerare in campionato non sembra poi così impossibile.
In Conference contro gli Hearts ha confezionato una doppietta che lo ha portato a quota 4 reti, mentre i compagni del reparto offensivo sono ancora fermi al massimo a due o tre gol. Lo scorso anno Nico ha realizzato 8 centri fra serie A e coppa Italia e per lui l’obiettivo è superarsi, andando in doppia cifra.

Consapevolezza

Per la prima volta giovedì scorso, è stato in campo per gli interi 90 minuti, un’altra ottima notizia perché vuol dire che ha trovato pure la condizione fisica. Lo stesso calciatore giovedì sera al termine della vittoria contro gli Hearts ha rilanciato le ambizioni: «Siamo una squadra forte, ce la possiamo giocare anche contro le grandi squadre e la gente deve avere fiducia in noi». È stato inserito perfino nelle nomination della quarta giornata della fase a gironi della Conference League per essere eletto come “player of the week” attraverso il sito ufficiale dedicato alla competizione. Con lui ci sono Wikheim del Djurgarden, Jorgensen del Silkeborg e Stefano Okaka dell’Istanbul Basaksehir.

Freddo e decisivo

Gli infortuni, in particolare una fastidiosa tallonite, hanno impedito a Gonzalez di essere decisivo e lo hanno obbligato a stare in campo soltanto 86’ totali in campionato. In più i lunghi voli oltreoceano per raggiungere la sua Argentina gli hanno forse tolto qualche energia. Ma c’è un Mondiale di mezzo e quando il ct Scaloni chiama, rinunciare a quella casacca diventa impossibile. Il minutaggio è ancora a 290’ totali fra serie A ed Europa, eppure è riuscito a calare il suo poker personale, insaccando in media ogni 72 minuti. Il paragone con i compagni è impietoso: Jovic ad esempio è stato utilizzato per 797’ e ha realizzato tre gol. Kouame e Ikoné uno, rispettivamente in 825 e 659 minuti. Numeri che parlano chiaramente e che spingono Italiano a “coccolare” il suo esterno d’attacco così importante per il gioco di squadra. L’allenatore ha voluto che fosse lui a battere il rigore contro gli scozzesi e poi ha spiegato: «È freddo, è giusto che tiri lui. Questa è la gerarchia». Un attestato di stima e fiducia. Anche perché nelle sfide precedenti avevano fallito sia Jovic che Biraghi. In più Nico crea spazi, salta l’uomo, sa duettare con i compagni e soprattutto segna. Se adesso trovasse anche la continuità, la strada per i viola sarebbe in discesa. A Lecce lunedì prossimo toccherà di nuovo a lui e sogna già di trovare il bis, dopo la rete contro il Verona di un mese fa.


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