La crociata di Mazza contro lo 0-0 60 anni fa

Negli anni 60 il presidente della Spal suggerì di considerare il pareggio senza reti come una sconfitta per entrambe le squadre per opporsi a una Serie A sempre più difensivista

Fu quella una crociata in piena regola contro lo 0-0, una battaglia persa in partenza che aveva però – non è una battuta – l’obiettivo di pareggiare i conti con la necessità di cambiare qualcosa, di innovare, di provare a rendere il gioco del calcio più affascinante. Forse era una revocazione, o almeno a tanti risultò come tale. Ma almeno custodiva la volontà di una piccola rivoluzione, cosa assai rara nel pianeta calcio italiano. Era il gennaio del 1964 quando il presidente della Spal Paolo Mazza, il “presidente di campagna” come veniva chiamato, si fece paladino di una strana idea, bizzarra solo all’apparenza, perché in realtà offriva la cartina tornasole di un momento particolare. Suggeriva infatti Mazza che quando due squadre chiudevano la partita sullo 0-0 bisognava considerarle entrambe perdenti. Non assegnare dunque un punto, ma penalizzarle, come se avessero perso. Mazza precisò che la penalizzazione sarebbe stata valida solo per gli 0-0, non per i pareggi con gol. Questo – va da sé – avrebbe spinto le contendenti a cercare il gol, offrendo di conseguenza uno spettacolo migliore per gli spettatori. Era un modo per opporsi al difensivismo sempre più imperante ma – questo era il paradosso, ma anche la forza dell’idea – veniva proposto dal presidente di un club, la Spal, che rappresentava la provincia, seppur virtuosa, del nostro calcio; una società che – sulla tattica del difensivismo – aveva costruito le sue salvezze in Serie A. Mazza – forse – andava contro i suoi interessi, ma chissà magari aveva visto il futuro con clamoroso anticipo rispetto alla massa. 

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