Kulu si prende la Juve, lampi di Rabiot. Ancora ruggine per Demiral

Le indicazioni dal Trofeo Berlusconi col Monza: Ramsey davanti alla difesa dura un tempo senza brillare ma Allegri ci conta, giocando su entrambe le fasce De Sciglio conferma perché la Juve sta pensando di trattenerlo

Tanti big ancora fuori, tra acciacchi e il ritorno dalle nazionali, una squadra che alla seconda uscita non può che essere un cantiere ancora aperto e con indicazioni per forza parziali con l’organico a disposizione. Ma anche a livello individuale il 2-1 sul Monza ha portato diverse indicazioni alla Juventus.

KULUSEVSKI

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Unico big davanti, si sobbarca da solo tutto il peso dell’attacco e lo fa con le sue virtù migliori, anche nel calcio di (fine) luglio: dinamismo, energia, movimento. Gran corsa per il momento della stagione, taglia da una parte all’altra del campo e si prende anche un brano di partita da punta centrale: revival dei tempi di Parma non vederlo per sfizio nell’ennesimo ruolo diverso ma capacità di pregio di rispondere alle necessità di giornata. Non è al momento il suo mestiere, ma il gol è la ciliegina meritata di una serata da uomo copertina.

RABIOT

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A piccole dosi fa vedere inserimento, pressione vincente in fase di riconquista, tiro da fuori. Il suo forte sono sempre stati i lampi più della continuità ma con il Monza tiene il campo per quasi 70 minuti e fa anche meglio nella ripresa, cresce sulla distanza (anche nella fiducia, facendo salire i tocchi di fino) e anche questa è una notizia. Sulla sua condizione fisica già affidabile.

I GIOVANI

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Peserà il giusto in chiave stagionale, ma gli occhi famelici in astinenza da calcio si sono illuminati a vedere la brillantezza di Matias Soulé, col suo estro nel puntare l’avversario e creare palla al piede, e la personalità di Filippo Ranocchia, che già si sapeva essere in rampa di lancio a prescindere dal gol segnato e dall’esuberanza fisica insieme all’intelligenza tattica fatta intravedere con gli inserimenti e nell’interdizione: in gioco c’è la possibilità concreta di conquistarsi con una certa stabilità la chiamata di Allegri in prima squadra.

I MENO GIOVANI

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Alle loro spalle, da segnalare la prontezza di Szczesny dopo soli tre minuti di stagione, la tranquillità di De Ligt alla prima uscita e la versione double-face di De Sciglio, inizialmente incerto ma poi puntuale in chiusura e attivo con la palla, double-face soprattutto per la doppia anima da laterale di destra nel primo tempo e di sinistra nel secondo che gioca a favore delle sue possibilità di permanenza. E anche la tenuta fisica è una notizia: 81 minuti in campo per l’ex rossonero.

DEMIRAL

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Pronti, via e subito un’incertezza per un malinteso di Merih Demiral con De Ligt salvato in parata Szczesny. Non una certezza in fase di impostazione, il turco gioca con la consueta personalità muscolare, ma quando la palla finisce dalle sue parti c’è quella sinistra sensazione che un errore sia sempre dietro l’angolo. Niente di nuovo, alla luce dell’indubbio potenziale, se non fosse che oggi è un giocatore in vetrina.

RAMSEY

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Aaron Ramsey non demerita nella nuova posizione da regista davanti alla difesa, o meglio: tiene la posizione ma non si vede tanto in fase di impostazione. Poteva essere l’occasione per lanciare un segnale a Pjanic e dire che la soluzione in quella posizione Allegri ce l’ha in casa, vederlo uscire già a metà partita per fare spazio a Fagioli non sembra un’investitura nel ruolo. Ma mai fermarsi alle apparenze perché Allegri a fine partita la butta lì con una certa insistenza: “Credo che Aaron davanti alla difesa possa diventare un giocatore importante”.

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