Juventus, i 10 anni del J-Museum: 1,5 milioni di visitatori nella casa dei tifosi

TORINO – Un club è la sua storia. Il passato non è mai veramente passato quando si tifa per una squadra di calcio e non si abbraccia mai solo il presente. Sta in questa semplice regola il successo dei musei dedicati ai grandi club in tutta Europa: luoghi dove si raccolgono le emozioni. Quello della Juventus compie dieci anni oggi, venne inaugurato all’inizio del ciclo dei nove scudetti e ha tagliato il traguardo del milione e mezzo di visitatori, resta sempre sul podio delle attrazioni più visitate di Torino e, nel tempo, si è arricchito di memorabili sempre più preziose ed esperienze multimediali sempre più coinvolgenti.

UOMINI E CLUB – Il 17 maggio del 2012, nel pomeriggio dell’inaugurazione, Andrea Agnelli aveva detto parole significative sulla storia del club: «La Juventus c’era prima di noi e ci sarà dopo di noi». Un altro modo per dire che gli uomini passano e il club resta, altro punto fondamentale della filosofia bianconera. Il Museum, in questo senso, è esemplare: una galleria che ripercorre i 125 anni della storia juventina e che, soprattutto, ne conserva tutti i trofei nella bacheca.

LA CASA – Nel corso dei dieci anni, il cui presidente è Paolo Garimberti, il Museum è diventato un laboratorio di juventinità e storia dello sport. Mostre temporanee hanno intrecciato il calcio e la cultura, la società e media. La galleria con i cimeli degli sportivi juventini ha allargato i confini oltre il pallone (ci sono la bicicletta del Tour di Chiappucci, i pattini della Kostner e altre memorabilia olimpiche di chi ha vinto in altri sport pensando comunque ai colori bianconeri). Ma soprattutto il Museum è riuscito a essere uno dei pezzi più importanti dello Stadium, la casa di tutti i tifosi juventini.

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