Il segreto bianconero: rivoluzione continua per stimolare e rimescolare lo spogliatoio twitta
TORINO – Non ditelo alla Juventus che “squadra che vince non si cambia” perché in casa bianconera vale proprio la regola opposta: si continua a trionfare pur variando sempre la rosa. Anzi il principio è un altro: solo continuando a cambiare si continua a vincere. Negli ultimi due anni sono arrivati 16 nuovi giocatori (e undici ne sono partiti), addirittura si raggiunge la soglia di 24 nuovi ingressi (e 18 uscite) se si considera tutto il periodo di Massimiliano Allegri in panchina. E non stiamo parlando di gregari, ma di pedine fondamentali che sono state vendute (Vidal e Pogba, su tutti, lasciando stare chi era a fine contratto come Pirlo o chi ha chiesto di andare via come Tevez) e di altrettanti campioni (da Khedra a Higuain e Pjanic) che sono stati ingaggiati.
Eppure, nonostante i tanti cambiamenti con i conseguenti problemi di inserimento sotto il profilo ambientale e tattico, il filo conduttore è rimasto lo stesso: la capacità di non snaturare il dna vincente, ma di stimolarlo e alimentarlo. Se si guarda ancora più indietro, alla Juventus del 2010-11, il primo anno di presidenza di Andrea Agnelli con Luigi Del Neri allenatore, nella rosa attuale ne sono rimasti appena cinque: Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini e Marchisio, per i quali non è mai venuto meno il fuoco sacro della causa bianconera, custodi di quella mentalità vincente che non dappertutto si trova. Da allora a oggi c’è stata una rivoluzione vera e propria, o meglio una continua evoluzione per avere una squadra che possegga sempre nuovi stimoli per vincere.
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