Juve-Napoli, la chiave tattica: Pirlo, pressing senza buchi

TORINO – “Juve, primo non cadere nella tela del Napoli”, avevamo titolato sul giornale di ieri l’articolo dedicato all’analisi tattica della sfida del Mapei Stadium, indicando quale sarebbe potuta essere la chiave della partita: il confronto tra la costruzione bassa del Napoli e il pressing alto della Juventus. Pressing alto che aveva funzionato malissimo domenica sera a San Siro, concedendo ai primi costruttori di gioco interisti di trovare sempre un uomo libero alle spalle dei bianconeri che cercavano di aggredirli, permettendo così alla squadra di Conte di sviluppare le azioni in spazi ampi e in velocità. Un’arma ritortasi contro Pirlo e risultata letale, cosa che avrebbe potuto succedere anche ieri sera vista l’abilità del Napoli di risalire il campo palleggiando.

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Il pressing della Juve contro il Napoli

Avrebbe potuto succedere, ma non è successo. Perché la Juventus ieri sera ha pressato con molto più coraggio, molto più tempismo molta più coralità: accorciando con tutti i giocatori quando i più avanzati portavano pressione, non lasciando mai quegli appoggi liberi alle spalle della linea di pressione grazie ai quali l’Inter era andata a nozze. La squadra di Pirlo ha concesso al Napoli di uscire solo sulle fasce, dove comunque Lozano e Insigne trovavano Danilo (in grossa difficoltà in un paio di occasioni) e Cuadrado. Così la Juventus ha progressivamente schiacciato la formazione di Gattuso e al culmine della pressione, diventata asfissiante nella ripresa, è arrivato il gol di Cristiano Ronaldo al 19’.

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Spazi

La rete non è certo stata il solo contributo decisivo di CR7. Il fuoriclasse portoghese, molto più reattivo e dinamico che nelle ultime due uscite, è stato importante sia nel lavoro di pressing descritto prima, sia nei movimenti con cui la Juventus ha cercato di trovare spazi tra le linee di un Napoli compatto. Linee che Ronaldo ha cercato di allontanare attaccando spesso la profondità, dettando anche il lancio lungo ai difensori, tanto che in un paio di occasioni è sembrato quasi poter tentare il colpo al volo come nel memorabile gol al Manchester United nella sua prima stagione bianconera. Movimenti che costringevano la linea del Napoli ad abbassarsi creando un po’ di spazio alle spalle di Bakayoko e Demme che Kulusevski e McKennie, che si accentrava da destra, sono stati abili a sfruttare: soprattutto nei primi venti minuti. In seguito mediani e difensori centrali azzurri hanno preso meglio le misure, ma i movimenti combinati di Ronaldo, Kulusevski e McKennie hanno continuato a tenerli in apprensione, anche grazie al sostegno costante di Cuadrado e, nella ripresa, Bernardeschi sulle fasce.

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