Dal ciuffo non ci sono dubbi, parliamo di Yildiz. Il suo cognome in turco significa stella, nomen omen direbbero gli antichi Romani. Lo ha dimostrato dalle prime giocate e con il tempo si è preso la scena, realizzando due capolavori contro Frosinone e Salernitana. “Diventerà un fenomeno“, Allegri si è esposto anche se cerca spesso di proteggere il suo talento. Ogni partita lascia nell’aria il profumo di classe, così come era abituato sin da piccolo al Bayern Monaco.
Yildiz e le giocate al Bayern: dribbling e fascia da capitano
Ad appena 11 anni era già diverso dagli altri. Tanta qualità e anche leadership, come dimostra la fascia da capitano che indossava al braccio. Un punto di riferimento. Sapeva trascinare i compagni con i dribbling, gli assist, ma anche con le parole e i gesti. “Giocatori come Yildiz ce ne sono pochi, soprattutto chi la passa come lui. Difficilmente sbaglia le scelte, sono qualità innate”. Appunto, innate, come dimostrano i numerosi video di lui bambino. Già sapeva come avere la meglio sui suoi avversari. Era immarcabile. Ora a goderselo è la Juventus. Talentuoso e pronto a fare di tutto per crescere. Ha ascoltato il consiglio di tagliarsi i capelli da parte dell’allenatore bianconero e non ha mai ostentato le sue doti. L’umiltà lo caratterizza e infatti non ha dimenticato nemmeno tutti i compagni di squadra con cui divideva il campo fino a qualche mese fa. Un ragazzo educato bene e consapevole dei suoi mezzi, sin da quando vestiva la piccola divisa junior del Bayern Monaco.