Juve, le carte del caso plusvalenze: “Un sistema per cambiare i bilanci”

«Perché noi abbiamo due elementi fondamentali: da un lato il Covid, ma dall’altro abbiamo ingolfato la macchina con ammortamenti […] E soprattutto la merda… perché è tutta la merda che sta sotto che non si può dire». È la madre di tutte le intercettazioni, una frase estrapolata da una conversazione telefonica del 3 settembre 2021: a parlare è l’allora presidente della Juventus, Andrea Agnelli, dall’altra parte Maurizio Arrivabene, all’epoca Consigliere d’amministrazione bianconero, che conferma: «Non si può dire». È la pietra d’angolo della copiosa attività investigativa (circa 14mila pagine) arrivate alla Procura federale dal la Procura della Repubblica di Torino nel procedimento penale denominato “Prisma” a carico di 15 soggetti legati alla Juventus. Materiale che Chinè e i suoi uomini hanno setacciato, arrivando alla conclusione che – rispetto al precedente giudizio, conclusosi alla Corte Federale d’Appello il 27 maggio 2022 con il proscioglimento – dovesse attuarsi un procedimento di revocazione parziale, che torna a coinvolgere 9 società, dalla Juventus al Novara. Revocazione che non riguarderà il Napoli e il Chievo (peraltro già escluso dai campionati pro) in quanto nella nuova documentazione non sono emersi elementi nuovi. Elementi che invece per la Juve «confermano l’esistenza di un sistema collaudato nel tempo (…) di scambi incrociati di calciatori con altre società sportive, non finalizzati a dotare la squadra di determinate qualità tecniche espresse dalle caratteristiche dell’atleta, dai ruoli in campo, dalle caratteristiche agonistiche bensì al realizzo di plusvalenze senza esborsi finanziari; gli scambi addirittura prescindevano dall’individuazione stessa del soggetto da scambiare – spesso neanche indicato, se non con una semplice “X”». Conversazioni telefoniche, spesso «auto accusatorie», intercettazioni ambientali, comunicazioni informatiche ed e-mail che hanno portato a individuare plusvalenze fittizie per oltre 156 milioni (nel procedimento precedente erano di oltre 60 milioni). 

Caso plusvalenze riaperto, la Juve: “Dimostreremo la nostra correttezza”

Elkann ad Agnelli: “Si sono allargati”

Il 6 settembre 2021, Andrea Agnelli e il cugino John Elkann (che non è indagato), chairman e CEO di EXOR, parlano proprio di plusvalenze. Agnelli afferma: «[…] il tema qua, e torniamo, voglio dire, alla genesi, all’anamnesi della situazione: cioè noi abbiamo sempre preso dei rischi e il consiglio è sempre stato informato che siano stati presi e si sono sempre trovati dei correttivi strada facendo […]». Elkann replica: « […] sì, però come ricordi, tu avevi detto che alla fine c’è stato, da parte della direzione sportiva, […] si sono allargati, ci sono tutta un serie di operazioni che loro hanno fatto». Il cugino conferma: « […] esatto, facendo eccessivo ricorso allo strumento delle plusvalenze: se ti crolla il mercato, ti crolla il mercato! Questo è un dato di fatto!»

Cherubini e Paratici: “Ho il problema diverso”

Cherubini parla con Paratici, nel frattempo diventato dg del Tottenham: il tema è l’operatività della Juve. Dice Cherubini: «io c’ho un problema diverso […] adesso stanno demonizzando l’operazione di scambio […] cioè se lo scambio ha una logica – soprattutto di natura tecnica – non è che proibito dalla legge, anzi! […]»

“C’è da sistemare un po’ di valori”

Per il procuratore Chinè, assume una rilevanza particolare quanto Giovanni Manna, attuale responsabile della direzione sportiva della Juventus Under 23 e già ds dell’Under 19, dice a Daniele Sebastiani, presidente del Pescara, circa lo scambio di Brunori e Ripani: «Allora me la devo studiare dai, che almeno se c’è da sistemare un po’ i valori, li sistemiamo». 

Procura Figc: “Riapriamo processo plusvalenze Juve e altri”

“Senza Ronaldo ci date una mano?”

Parlano Cherubini e Daniele Fagiano, direttore sportivo della Samp, che chiede: «Adesso che è andato via Ronaldo non si può far niente per quella cosa?» e Cherubini risponde: «ah, tu lo vuoi fare (verosimilmente nel senso di “cedere”, annotano gli 007 federali) e tenerlo te?». E Faggiano: «Si! Ci date una mano grossa fratè, pure a me, ti dico onestamente, facci sto miracolo e ti dico, ti devi fa da un’opzione». 

Plusvalenza Pjanic da 75 milioni

Parlano Marco Giovanni Re, già Chief Financial Officer della Juve, e Roberto Turati: «Ma tu pensa uno come Arthur, che per farti la plusvalenza Pjanic hai pagato 75 milioni»

Trattative drogate e fisso basso

Altra telefonata ritenuta chiave, quella fra Arrivabene e Francesco Roncaglio, CdA della Juve. Arrivabene dice: «Questo droga anche le trattative di mercato, nel senso che […] teniamo un fisso basso, in maniera tale che a bilancio si iscrive solo il fisso perché le variabili i revisori non le considerano!»

Il libro nero di Fabio Paratici 

Uno dei documenti sui quali gli inquirenti di Torino si sono concentrati, e che la Procura Federale ugualmente ritiene molto interessante, è il cosiddetto “Libro nero FP”, dove FP sta per Fabio Paratici. Si tratta di un manoscritto su carta intestata della Juventus redatto da Federico Cherubini, il diesse che ha poi assorbito il ruolo di Paratici dopo il suo passaggio al Tottenham. Si tratta di appunti molto interessanti, nei quali Cherubini, che aveva lavorato fianco a fianco con Paratici, critica il modello gestionale dell’ex responsabile dell’area tecnica bianconera. «Come siamo arrivati fin qui?», si chiede Cherubini. E si dà alcune risposte: «Acquisti senza senso più investimenti fuori portata (Kulusevski?)». L’altra annotazione che la Procura Federale ritiene interessante è questa: «utilizzo eccessivo plusvalenze artificiali», che ha come conseguenza un «beneficio immediato» per sistemare i conti al prezzo di un «carico ammortamenti». O sserva la Procura Federale: «è, in estrema sintesi, la prova documentale della intenzionalità dei Dirigenti della Juventus di generare operazioni tali da ottenere la contabilizzazione di plusvalenze fittizie, nonché di immobilizzazioni immateriali di valore superiore al massimo consentito dalle norme che regolano i criteri di formazione dei Bilanci delle società di capitali. Condotte finalizzate a far apparire risultati economici superiori al reale (maggiori utili o minori perdite) e un Patrimonio Netto superiore a quello realmente esistente alla fine di ciascun esercizio»

Scenario 1-7-2019: “Recuperare 186 milioni”

In un altro manoscritto, datato 9 aprile del 2019 e che rappresenta uno scenario per la sessione estiva che sarebbe iniziata da lì a tre mesi, si parla di costi (638 milioni) e ricavi (402), di un disavanzo di 236 milioni. «Max perdita sostenibile: 50» e «da recuperare 186». Con un interrogativo: «Come?». Tra le ipotesi c’è la soluzione «plusvalenze». Scrive la Procura Federale: «Il documento dimostra come le plusvalenze rappresenti uno strumento preordinato per manovre contabili totalmente scollegato dalle dinamiche dal mercato dei calciatori»

La relazione Consob e principi contabili

Tra i documenti che all’epoca non erano accessibili agli 007 della Figc c’era la delibera della Consob ex art. 154 comma 7 TUF n. 22482 del 19 ottobre 2022, un documento che «ha certamente rilevantissima valenza avendo portato l’Autorità di Vigilanza sulle società quotate a stabilire, tra l’altro in relazione alla contabilizzazione di plusvalenze fittizie realizzate nelle operazioni di scambio, la non conformità dei Bilanci della Juventus alle norme che ne regolano la formazione». La Consob aveva contestato alla Juve che, tra gli altri, i bilanci contestati non erano conforme al Principio Contabile IAS 38 relativo alle “attività immateriali”. Quali, appunto, i contratti dei calciatori. Il riferimento è in particolare al modo di contabilizzare le operazioni a specchio che non muovono soldi ma generano plusvalenze.

Elementi nuovi: il modus operandi 

Per la Procura Federale, emergono nuovi elementi dall’indagine Prisma della Procura di Torino e dall’attività della Consob, elementi che «confermano – su un piano probatorio oggettivo – le condotte dei deferiti finalizzate alla manipolazione dei prezzi, per fini di bilancio, stabiliti dalle parti nelle transazioni incrociate. Essi dimostrano, in maniera plastica, l’esistenza di un sistema, di una organizzazione, di una programmazione di budget di compravendita di calciatori effettuate non per motivi tecnici ma per ragioni esclusivamente collegate all’esigenza di conseguire, mediante artifizi, determinate risultanze economico-finanziarie». Per la Procura Figc c’è un modus operandi «attraverso il quale i Dirigenti della Juventus intenzionalmente programmavano e concludevano operazioni di scambio di diritti con altre squadre, italiane o estere, al solo fine di creare plusvalenze, secondo importi prestabiliti e programmati che nulla avevano che vedere con una concreta valutazione del bene compravenduto, tali da determinare valori non veridici di bilancio». Per Chinè, in sostanza, i nuovi elementi superano anche la famosa questione sull’impossibilità di attribuire in maniera certa il valore a un calciatore. La Procura Federale non aveva potuto «sottoporre alla valutazione degli organi giudicanti indizi gravi, precisi e concordanti idonei a confermare i profili di illiceità contestati nel deferimento. È convinzione di questo Ufficio che tali elementi, se conosciuti, avrebbero potuto – e dovuto – corroborare il quadro accusatorio fornendo una rappresentazione idoneamente riscontrata del contesto nel quale le operazioni de quibus sono state attuate».

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