Italia, ora fai segnare il "nueve"

ROMA – I numeri non spiegano tutto, ma aiutano a capire. Nell’ultimo anno la Nazionale di Mancini ha realizzato 29 gol in 19 partite ufficiali, di cui solo 3 realizzati dal centravanti di ruolo: Immobile, a segno per due volte di fila con Turchia e Svizzera all’alba dell’Europeo, e Raspadori, al debutto da titolare in azzurro a settembre con la Lituania (5-0). Non contiamo la doppietta di Konya, a fine marzo con la Turchia, perché l’attaccante cresciuto a Castel Maggiore era stato impiegato da esterno, il ruolo di Insigne, come è capitato durante il campionato in cui ha cominciato a cambiare mansioni e nella Finalissima di Wembley con l’Argentina. Il 9, nella circostanza, era toccato a Scamacca, finito in tribuna al Barbera di Palermo e addirittura in corsa come titolare sino a un paio d’ore dal playoff con la Macedonia al posto di Immobile. In volata Joao Pedro, l’oriundo cancellato con l’eliminazione dal Mondiale in Qatar, gli soffiò persino il posto in panchina.

Scamacca e le indicazioni di Mancini: l'Italia prepara l'Inghilterra

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Scamacca e le indicazioni di Mancini: l’Italia prepara l’Inghilterra

Riecco il pivot

Il ct, senza lasciare indietro nessuno o chiudere le porte ai senatori, è ripartito dall’idea che il futuro possa essere di Scamacca. La Nations doveva servire per metterlo alla prova e permettere, a Gianluca come agli altri giovani, di confrontarsi a livelli superiori, di mettere su esperienza e minuti. Ci riproverà sabato a Wolverhampton con l’Inghilterra. Al Dall’Ara ha impattato bene con la Germania, giocando di sponda, facendo salire la squadra, proteggendo il pallone e sgomitando. Non era semplice con due colossi come Rudiger e Sule alle costole. Ha tirato da fuori, ci ha provato in rovesciata. E’ piaciuto nella costruzione, ma ha finalizzato poco nonostante l’Italia, più verticale e nel segno della tradizione, avesse ripreso a muoversi bene, a creare occasioni e attaccare negli spazi stretti, come ha sottolineato Mancini nella pancia del Manuzzi, grazie agli inserimenti di Pellegrini e Barella, agli allunghi ritrovati di Spinazzola (determinante da incursore all’Europeo), alle accelerazioni di Gnonto, alla facilità di dribbling di Politano.

Ritrovate le ali

Ecco la novità dell’Italia sperimentale: ha sfruttato l’uno contro uno, ha seminato il panico sulle corsie esterne. Se all’Europeo i lampi di Berardi e gli strappi di Chiesa avevano fatto la differenza, nelle ultime due partite Mancini ha sfruttato le fasce. Non è casuale che i due gol di Pellegrini siano arrivati quasi nello stesso modo, ovvero creando la superiorità a destra. E il gol di Barella, ora miglior marcatore dell’attuale gestione (8 gol come Immobile e Belotti) è nato da uno spunto di Spinazzola. Abbiamo rimesso le ali. L’Italia sta ritrovando fluidità di manovra, ora deve mettere in condizione il numero 9 di segnare, chiunque esso sia. L’ultimo gol di Belotti, un dato in più, risale all’amichevole con il San Marino. Nell’ultimo anno, ecco il dubbio, forse è stato scambiato l’effetto per il problema. Il centravanti di Mancini, in realtà, gioca assai lontano dalla porta e sempre guardando i centrocampisti. Deve cucire il gioco, stoppare bene la palla, dialogare nello stretto, poi girarsi e andare in porta. Di fatto lavora per gli esterni. Raspadori è il più tecnico, Scamacca è un pivot, Immobile vola in profondità. Il paradosso, tornando a Ciro: sembra più adatta questa Italia verticale, con i lanci di Cristante, che non la precedente. Il capitano della Lazio ora è fuori per infortunio, sarà da valutare (come motivazioni) dopo l’estate. Mancini ha in mente di richiamarlo a settembre e lo stesso vale per Insigne. Certo tipo di esperienza servirà ancora e nel ruolo i nomi sono conosciuti: dietro Immobile, Belotti, Scamacca e Raspadori non ce ne sono altri. Gnonto, appena diciottenne, è stato strappato all’Under 19 e giocava a Zurigo. Per Mancini è un esterno. Andrà aspettato, cresciuto, gestito: 9 aggiuntivo per necessità, non per vocazione.

L’allenamento degli Azzurri dopo la vittoria contro l'Ungheria

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L’allenamento degli Azzurri dopo la vittoria contro l’Ungheria

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