Inzaghi si gode i primi sprazzi di Mkhitaryan: così il centrocampo non è più “bloccato”

L’armeno dell’Inter ha disputato una buona mezz’ora contro il Lens: grazie a lui e ad Asllani le assenze non saranno più un incubo

La filastrocca dei tre centrocampisti centrali continuerà a rassicurare tifosi e allenatore: Barella-Brozovic-Calhanoglu e tutti stanno sereni. L’impressione, però, è che rompere la catena non getterà più nello sconforto il popolo nerazzurro come accaduto nella scorsa stagione. Henrikh Mkhitaryan e è stato preso per questo motivo, con il fido scudiero Roberto Gagliardini e il talento Kristjan Asllani a chiudere una sestina ora ben più malleabile rispetto al recente passato. Il talento ex Empoli aveva impressionato sin dalla prima amichevole, l’esperto armeno ha mostrato a Lens i primi segnali davvero incoraggianti.

Ispirato

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Intraprendente e spigliato, nella trasferta francese l’ex giocatore della Roma ha palesato un netto miglioramento di condizione rispetto alla settimana precedente. Simone Inzaghi lo ha inserito nel rimescolamento generale dopo un’ora di gioco al posto di Hakan Calhanoglu (come mezzala sinistra, mattonella ideale per Mkhitaryan) e lui ha sfruttato bene i 30 minuti a disposizione. Nessuna perla da highlights, ma un paio di spunti efficaci a metà campo e la netta impressione che gli sia bastata qualche decina di secondi per entrare mentalmente e fisicamente in partita. Di conseguenza, gli apprezzamenti dei tifosi nerazzurri e la convinzione comune che soffiarlo alla Roma sia stato un ottimo affare.

Passato e presente

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Nella Serie A 2021-2022, Inzaghi ha schierato per 28 volte il trio titolare: in più della metà dei dieci restanti casi, uno dei centrocampisti era indisponibile. Tradotto dai numeri alle parole: l’allenatore ha cambiato assetto di partenza soltanto se costretto. Ma l’amichevole di Lens ha già dimostrato che quest’anno riecheggerà una musica differente. Calhanoglu, per esempio, a Lens non era ispirato né in forma: con un sostituto come l’armeno non sarà più dogma restare ancorato alla filastrocca, ma si potrà concedere a cuor leggero un turno di riposo a un calciatore stanco o fuori forma, senza far crollare il rendimento dell’Inter. In quelle 10 partite, peraltro, i nerazzurri avevano lasciato per strada ben 10 punti: si entra nel mondo dei “se” e guardarsi indietro ha ora poco senso, ma la dirigenza si è appuntata nel corso della stagione la necessità di cercare un “quarto titolare. Così ha individuato in Mkhitaryan un nome adatto, aggiugnendo poi un Asllani la cui crescita è già sorprendente. La filastrocca continuerà a piacere, ma Inzaghi avrà licenza poetica per comporre strofe inedite.

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