Inter, un male psico-fisico E manca sempre il leader

Se avesse bisogno di una cura, sarebbe ricostituente. Se avesse bisogno di un sostegno, sarebbe morale. L’Inter di oggi è malata nel corpo e nello spirito. La sconfitta di Southampton ha avuto il “pregio” di mettere a nudo i limiti della squadra. L’ottava sconfitta in 15 impegni ufficiali è solo uno dei numeri che fanno tremare. L’Inter è riuscita a non incassare gol soltanto in due occasioni (a Empoli e nell’andata col Southampton), Mauro Icardi segna più della metà dei gol complessivi e fuori casa ha perso le ultime 5 gare consecutive. Stefano Vecchi sapeva che sarebbe stata complicata, ma forse non così tanto.

leader — In conferenza, alla vigilia, lo aveva detto: giocate semplici. E così è stato, con Ever Banega a fare da collettore di palloni da irradiare sulle ali. Ma è bastato calare di intensità che il Southampton ha preso il sopravvento fisico ed emotivo… In questi casi, solitamente, emergono la “garra” e la saggezza dei leader. A parte Gary Medel, è difficile trovare qualcuno che rientri in entrambe le categorie. Il cileno, consapevole dell’avversario, è stato l’esempio fin quando è rimasto in campo. Handanovic lo ha seguito sul piano della leadership, parando, guidando e tenendo alto il tasso di concentrazione.

perdere — Alla squadra manca fiducia nel destino e fiducia nei propri mezzi. Nulla di più facile quando accadono autogol come quello di Nagatomo. Il giapponese si è forse fatto trovare orientato malamente con il corpo, ma quel rimpallo sulla coscia sinistra è stato davvero poco baciato dalla fortuna. Vincere aiuta a vincere e perdere può assuefare alla sconfitta…
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 Matteo Brega 

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