Inter, la difesa traballa: Conte mai così male

MILANO – Dopo il ko nel derby di sabato l’Inter si è scoperta indifesa e attardata in classifica. Ad Appiano Gentile, dove ieri c’erano Marotta, Ausilio e Zanetti, non è tempo di processi, ma di cercare delle soluzioni perché è chiaro che finora qualcosa non è andando per il verso giusto. In termini di punti conquistati stride il paragone rispetto all’inizio della scorsa stagione (12 contro i 7 attuali), ma a preoccupare è soprattutto il numero dei gol subiti: 12 mesi fa 1 soltanto, mentre adesso sono già 8. Una vera e propria anomalia per Conte che sull’impermeabilità del suo pacchetto arretrato ha costruito i successi ottenuti in carriera. Gli scricchiolii della retroguardia erano già stati evidenti contro la Fiorentina, il Benevento e la Lazio. Il derby e la doppietta di Ibrahimovic li hanno solo evidenziati.

Era dalla stagione 2011-12, quella con Gasperini e Ranieri in panchina, che l’Inter non incassava 8 reti nelle prime 4 giornate. Unica consolazione il fatto che 9 anni fa i punti in classifica erano 4, mentre adesso sono 7. Non pochi per un allenatore “normale”; pochi per un vincente come Conte. Non a caso quello attuale è il suo peggior inizio in carriera visto che con la Juve aveva ottenuto 8 punti nel 2011-12, 12 nel 2012-13 e 10 nel 2013-14, mentre ne aveva conquistati 10 con il Chelsea nel 2016-17 e 9 sempre con i Blues la stagione successiva oltre ai 12 con i nerazzurri nel 2019-20. E pure a livello di gol subiti in nessuna delle precedenti esperienze era arrivato a incassarne 8 dopo i 4 turni iniziali. Un andamento anomalo se paragonato con quello delle ultime 8 gare ufficiali della scorsa annata quando tra campionato ed Europa League Handanovic aveva mantenuto la sua porta imbattuta in 6 occasioni. Rispetto al 2019-20 Conte gioca in maniera più offensiva e propositiva (ha segnato 2 gol in più rispetto al 2019-20), ma così finisce per lasciare troppi spazi agli avversari. Sul banco degli imputati è finito Kolarov, disastroso quando è stato impiegato, ma al di là delle lacune in marcatura del serbo, è l’intera fase di non possesso che non funziona perché ci sono meccanismi da sistemare un po’ ovunque. 

Zlatan Ibrahimovic, il signore dei derby

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