Inter, è il miglior Perisic visto fin qui in nerazzurro. Ma il rinnovo ancora non arriva

Il presente e il futuro di Ivan Perisic all’Inter rappresentano un paradosso. Al suo ultimo anno di contratto con i nerazzurri il croato non è mai stato così continuo. Eppure, ad oggi non sono previsti incontri per discutere un eventuale rinnovo di contratto: con ottime probabilità, a luglio, Perisic non sarà più un giocatore dell’Inter.

MATURITÀ E CONTINUITÀ – Ivan Perisic gioca nell’Inter dal 2015, quando arrivò dal Wolfsburg e, seppur con alti e bassi, è sempre stato uno dei giocatori più importanti e rappresentativi della rosa nerazzurra in questi 6 anni. Mai, però, era sembrato continuo come in questa prima parte di stagione, nemmeno con Conte. Quest’ultimo gli ha insegnato a difendere, a ripiegare, a sacrificarsi ed ora Inzaghi ne sta raccogliendo i frutti e ha capito come sfruttarlo al meglio. A 32 anni, Ivan Perisic, non è più solo un esplosivo esterno d’attacco, ma ha completato la sua metamorfosi in un diligente esterno a tutta fascia, capace sempre di giocate decisive, come il velo di ieri sull’1-0 (è anche il terzo miglior dribblatore della squadra dopo Brozovic e Barella secondo i dati di Sofa Score), ma anche di utili ripiegamenti difensivi, fondamentale nel quale primeggia in rosa (con una media di 1,3 a partita), davanti a Calhanoglu e ancora Brozovic.

PER LA SQUADRA E PER SÉ STESSO – Nonostante l’importanza tattica che ha acquisito negli ultimi due anni, Perisic non sembra rientrare nei piani dell’Inter. Il suo stipendio da oltre 5 milioni netti a stagione è troppo alto per i nuovi parametri economici della società, che sperava infatti di venderlo in estate. Invece Perisic è rimasto per un ultimo anno a San Siro e Inzaghi si è ritrovato in rosa un’arma importante, un giocatore maturo e pieno di motivazioni, che in questa sua, probabilmente, ultima stagione in nerazzurro, vuole chiudere senza rimpianti. Vuole lasciare un bel ricordo di sé, aiutando la squadra a raggiungere gli obiettivi e mettersi in mostra, per sé stesso, per far vedere che può ancora essere utile alla causa, all’Inter o, più probabilmente, altrove, per dimostrare di meritare una chiamata da una società che gli consenta di giocare ancora ad alto livello per qualche anno. Ora che ha trovato la sua piena maturità tattica e psicologica, sarebbe un peccato se non arrivasse.
 

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