Impresa Inter: vince 3-2 in casa del Borussia M. e spera ancora nella qualificazione

Segnano Darmian e due volte Lukaku. Inutile la doppietta di Plea. Nerazzurri agli ottavi se battono lo Shakhtar e Real e tedeschi non pareggiano

Filippo Conticello

1 dicembre – Milano

In una notte di pura audacia e pura follia, tutto ciò che è misteriosamente contenuto nel Dna nerazzurro, l’Inter risorge: rieccola finalmente a testa alta davanti all’Europa. Batte fuori casa il Borussia Moenchegladbach, la squadra migliore del girone, in una partita che verrà ricordata per la spremuta di emozioni: la squadra di Conte domina, cade, si rialza, si fa del male, vede le streghe e alla fine si abbraccia nella pioggia. Dopo questo 2-3, primo successo in Champions, il destino europeo è almeno in parte nelle mani di Conte: se vincerà l’ultima in casa contro lo Shakhtar, il cammino continuerà. La competizione dipenderà dallo scontro diretto a Madrid tra Real e Borussia: in caso di vittoria di una delle due sarà Champions, in casa di pari Europa League.

l’avvio

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Il primo tempo dell’Inter, per mezzoretta, è un inno alla gioia: tutto ciò che è mancato in questa Coppa – coraggio, qualità e attenzione – pare esplodere di colpo, nella notte più importante. E’ come se i nerazzurri volessero tradurre in campo il monito lanciato da Conte più volte: “Siamo meglio di come ci dipingete”, sembrano dire a chi ha (giustamente) criticato. E la chiave è nell’approccio famelico e nelle scelte dell’allenatore: Darmian al posto di Hakimi è solo in apparenza una mossa prudente, perché l’italiano si rivela una freccia nel costato tedesco. Sfrutta il tanto campo che ha davanti quando i nerazzurri riescono a uscire dal primo pressing. Il Borussia è, infatti, una squadra manovriera, una di quelle che ama guidare le danze e non vuole aspettare: è il prototipo di avversario per questa Inter.

la luce

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Con molta attenzione i nerazzurri allargano la manovra grazie al ritorno delle geometrie, essenziali ma efficaci, del redivivo Brozovic. E se Barella prende botte a tutto campo, un incontenibile Lukaku bullizza tutta la difesa tedesca. Si muove come un compasso e, quando si gira, non c’è avversario che riesca a contenerlo. Così l’azione sgorga spontaneamente sulla destra ed è là che piovono pericoli: dopo tanti cross, Darmian pesca il meritatissimo 1-0 su assist di Gagliardini. C’è il marchio di Conte in questa insolita connection. L’Inter ha il vento in poppa e potrebbe, anzi dovrebbe, pure raddoppiare: sanguinano gli errori di Lautaro, che una volta sparacchia su Sommer e altre è impreciso nell’ultimo passaggio. Errori gravi visto quanto succederà poco dopo.

il buio

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Dopo mezz’ora praticamente perfetta ma passata in apnea l’Inter sente, infatti, il comprensibile bisogno di respirare. Abbassa leggermente le marce, finisce per abbassarsi, non riesce più a ripartire secondo lo schema iniziale. Conseguenza: il Gladbach prende campo e si sente aria di tempesta. La squadra di Rose è pur sempre un’ottima squadra: pian piano impegna Handanovic, decisivo soprattutto sul sinistro di Thuram. Quelle occasioni suonano come un sospetto: non è che l’Inter sta ricadendo in tentazione? La risposta è “sì” perché se c’era un modo per complicarsi la vita, quello era subire l’1-1 praticamente nell’ultima azione del primo tempo. Il Borussia pareggia con Plea che di testa può colpire indisturbato su un cross perfetto dell’ex Lazaro.

la ripresa

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A questo punto, quando inizia il secondo tempo, l’Inter vede l’Europa lontana una miglio. Una motivazione in più che deve supplire alla fatica nella testa e nelle gambe. Troppo si è speso finora, in stagione e nei primi 45’ sotto una pioggia battente. Prendete Brozovic reduce da Covid, impossibile domandargli di più. Rose poi inserisce il fisico Zakaria con il mandato di fare a botte con Lukaku: alla fine lo sognerà la notte. La mossa che arriva dalla panchina nerazzurra, invece, si chiama Hakimi al posto dell’ottimo Darmian: è il momento, infatti, di provare a sgasare sulle fasce. L’accanimento della iella da Champions sull’Inter la si vede nitida al minuto 62’ con la palla che bacia il palo su un tiro di Lautaro, ancora una volta come all’andata col Gladbach: l’argentino raccoglie la sponda di Lukaku e calcia a giro con Sommer che guarda il pallone respinto dal legno.

romelu in proprio

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A quel punto si mette in proprio un gigantesco Lukaku: Zakaria sarà certo un armadio, ma il belga butta giù le pareti. Riesce a resistere al marcatore mentre entra in area e pesca dal cilindro il gol del 2-0. Di destro, di forza. Per poi ripetersi dopo, di sinistro, di giustezza: il 3-0 del belga arriva da un assist di Hakimi che fa finalmente il suo lavoro. Un regalo incomprensibile di Sanchez, entrato al posto di Lautaro, permette al cileno a Plea di riaprire tutto. E a completare il perfetto incubo nerazzurro ci pensa Young che divora il più incredibile dei gol: bastava un tocchetto per dare tranquillità a mezzo metro dalla porta. La beffa più atroce è dietro l’angolo e il Var che annulla il tris di Plea mette alla prova le coronarie dei tifosi. Ma l’Inter resiste e ora l’Europa lo sa.

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