Il virologo Galli: “Un positivo in campo? Illecito grave e rischioso”

L’intervista sulla questione tamponi-Lazio: “In certe situazioni non c’è ignoranza che tenga. Una società, così come ogni azienda, deve rispettare determinate norme”

Sui rischi che si sono corsi facendo giocare un giocatore risultato positivo a uno dei tamponi subito precedenti la partita (come Immobile in Torino-Lazio del 1° novembre 2020) e portandone in panchina un altro nella stessa situazione (Djavan Anderson in Lazio-Juve dell’8 novembre), Massimo Galli, primario del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ha le idee chiarissime: “Se infrangi regole come queste, imposte per una situazione di improvvisa necessità, commetti un illecito pesante, violando le disposizioni delle autorità sanitarie nazionali e del protocollo federale, in quest’ordine di importanza. Anche se poi è andato tutto bene e non ci sono stati nuovi contagi, rimane il comportamento gravemente lesivo di norme che andavano accettate e applicate”.

Concretamente di quali rischi parliamo?

“Direi più di contagio nello spogliatoio che in campo, anche se il calcio è uno sport di contatto e quindi il rischio oggettivo c’è, altrimenti non ci sarebbe stato questo protocollo federale. Qui c’è una contraddizione palese e la violazione è importante. Si sono comportati in maniera lesiva anche dal punto di vista sportivo: ci sono squadre che hanno applicato alla lettera le norme e sono state costrette a giocare senza ottimi calciatori, chi non lo ha fatto ha commesso un ulteriore illecito”.

Anche se la positività emergeva solo da uno dei tamponi?

“Certo! Vige il principio di precauzione, non ci si può arzigogolare sopra. Il positivo non può assolutamente giocare perché non è possibile prevedere se la positività, seppur apparentemente debole in un primo momento, possa diventare fonte di contagio”.

La difesa dice che tutto ciò è avvenuto in un momento iniziale dell’applicazione del protocollo, dove certe regole erano poco chiare.

“In certe situazioni non c’è ignoranza che tenga. Una società, così come ogni azienda, deve rispettare determinate norme, punto e basta. Non voglio fare il Dracone, ma le regole non si buttano nel cestino, anche se non ti convincono. Le furbate non vanno bene, configurano un illecito e in questo caso anche un pericolo”.

Nel frattempo gli stadi stanno per riaprire al 75%.

“Se si mantiene il green pass obbligatorio, aumentare certi numeri sta nella logica delle cose. L’importante è che la politica vaccinale prosegua bene e che dove ci sono grandi concentrazioni di persone si continui a indossare la mascherina”.

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