Il coach di Pellegri e Keita: “I calciatori fuori dal campo si allenano così”

Il personal trainer Gianluca Zoppi, che allena anche Pellegri e Keita, spiega l’allenamento dei calciatori per migliorare equilibrio, esplosività e riflessi

Michele Antonelli

31 agosto – Milano

Il calcio e la boxe, la nobile arte e lo sport più popolare del mondo. Pianeti distanti, ma non così tanto per il personal trainer Gianluca Zoppi: “Esplosività, reattività, agilità e riflessi. Sono elementi fondamentali per un calciatore, ma anche per un pugile, che deve sviluppare queste caratteristiche per rendere al meglio sul ring”. Istruttore tecnico affiliato alla Federazione Pugilistica Italiana, insegna alla Celano Boxe di Genova e ha seguito negli ultimi tempi diversi giocatori come il nuovo acquisto del Milan Pietro Pellegri e Keita Baldé, uomo-mercato a tratti accostato all’Inter, aiutandoli con un’integrazione particolare della preparazione atletica fatta con le rispettive squadre.

Gianluca, quand’è che i calciatori si allenano con lei?

“Durante le pause della stagione, per dare continuità al lavoro e non disturbare quanto fatto dalle società”.

Come si imposta un sessione di lavoro?

“Entra in gioco il concetto di integrazione, perché quando un giocatore sceglie di allenarsi anche con un personal trainer va a svolgere attività differenti. Studiando i casi si valuta come intervenire e si decide una tipologia di allenamento, sempre nel rispetto dei programmi stabiliti con i club e senza sovraccaricare. Io di solito insisto su stabilizzazione corporea e reattività”.

In che modo?

“Affiancando ai classici lavori di campo la preparazione atletica del pugilato, con allenamenti suddivisi in blocchi. Il focus di volta in volta si sposta su potenza esplosiva, agilità, riflessi e fiato. Ricordiamo che la boxe è fatta di situazioni, prevede tanto lavoro anaerobico e aerobico. Nonostante sia spesso vista come uno sport violento, è fondamentale anche per l’aspetto emotivo. Aumenta la fiducia in sé stessi”.

Quanto è importante la core stability per un calciatore?

È un elemento basilare in tutti gli sport . I muscoli addominali e lombari supportano la colonna vertebrale e aiutano a prevenire infortuni. Esercizi incentrati sul plank e attività con bosu, fitball e strumenti simili sono fondamentali”.

Nell’ultimo periodo ha seguito, tra gli altri, Pietro Pellegri…

“Ci siamo conosciuti circa 3 anni fa. È un ragazzo esemplare, insieme abbiamo fatto un lavoro sul miglioramento delle capacità di equilibrio, puntando sulla stabilizzazione del core e sul rafforzamento dei flessori”.

… e Keita Baldé.

“L’ho conosciuto quest’anno e c’è stata subito sintonia, non si ferma mai. Durante l’estate ha viaggiato spesso sui 4-5 allenamenti settimanali e con lui ho lavorato anche sul campo. I calciatori ne hanno bisogno, i loro sforzi sono sempre finalizzati alla prestazione in partita”.

Pellegri è reduce da un triennio difficile al Monaco. Quanto può incidere nella sua “rinascita” un fattore come la boxe?

“Molto. Oltre a migliorare la coordinazione e i riflessi, velocizzando la risposta agli stimoli, il pugilato permette di liberare il corpo dalle tensioni. È una sorta di antistress, da questo punto di vista funge da psicologo (ride, ndr). E poi non ci sono soltanto pugni, ma movimenti di gambe, rapidità di ragionamento, astuzia e tanta sicurezza dei propri mezzi. Pensi, non so, ai bambini bullizzati a scuola. Cominciando a fare boxe acquisiscono convinzione e di conseguenza vengono rispettati. Ibra è un esempio chiaro nel calcio. Oltre a essere un gigante, pratica arti marziali. Anche per questo è temuto dai suoi avversari…”.

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