Il calcio europeo continua a crescere

La probabile cessione dello United allo sceicco Al-Thani segnerà certamente il record di valore per l’acquisizione di un club. Il sistema delle offerte concorrenti con vari round di rilancio assicura, da un lato, che il venditore spunterà il prezzo più competitivo sul mercato. Dall’altro, che l’acquirente non pagherà un prezzo del tutto folle se altri concorrenti (tra cui l’onnipresente, ma sempre perdente Ratcliffe) hanno messo sul tavolo offerte comparabili. Se l’acquisizione qatariota andrà in porto, confermerà l’esistenza di una linea di faglia nella struttura economica del calcio europeo. Da una parte, gruppi proprietari di matrice finanziaria (o industriale) che investono nel calcio capitali loro affidati da azionisti interessati ad estrarne un ritorno economico. Dall’altra, stati nazionali impegnati direttamente nella trasformazione di club iconici in veicoli da cui ricavare visibilità, prestigio, riconoscimento internazionale. Va da sé che i secondi possono riversare ingenti disponibilità di denaro senza applicare agli investimenti le metriche tradizionali della finanza d’impresa poiché quantificare il valore del ritorno politico è un problema radicalmente diverso.

Farà certamente discutere il fatto che sia qatariota anche la proprietà del Psg e sappiamo quanto esili siano le separazioni ufficiali tra gruppi di controllo, in Paesi dove l’economia è controllata da ramificazioni riconducibili, quasi sempre, alla stessa famiglia. È la conferma, tuttavia, che il calcio europeo continua a crescere. Che non solo investitori mediorientali, ma anche gruppi americani e perfino britannici come Ratcliffe, proprietario del gruppo industriale Ineos, trovano valore nell’acquisizione dei club. Questo valore potrà arrivare in futuro dalla crescita commerciale, ma anche dalle economie di scala che le multiproprietà possono portare con la possibilità di piazzare giocatori da un club all’altro e di valorizzare talenti in squadre “minori”, nelle quali possono trovare più spazio prima di accedere alla squadra ammiraglia. È quanto stanno facendo sia il City che il Psg. Domani potrebbe essere lo United. Inutile dire che la Serie A è lontanissima da questi valori. Serve maggiore capacità di sviluppare i brand, di crescere come ecosistema, di vendere il prodotto in un mercato sempre più globale, sempre più competitivo.

United, Chelsea e Real: caccia aperta per Osimhen

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