Hart si presenta: «Tra City e Torino non ci sono differenze»

Hart si presenta: «Tra City e Torino non ci sono differenze»
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Il nuovo portiere granata: «Sono arrivato in uno dei migliori club di Serie A. L’errore contro l’Atalanta? Può capitare…» Cairo: «Joe è un armadio a sei ante»twitta

TORINO – Per la presentazione di Joe Hart, portiere della Nazionale inglese e del Torino in prestito dal Manchester City per questa stagione, allo stadio Grande Torino si presenta anche il presidente Urbano Cairo che introduce così il numero uno: «Chiamiamolo Joe perché siamo tra amici e ci tenevo ci fosse Gianluca Petrachi perché è stato importante per la trattativa poi io ci ho messo quello che serviva. Quando me ne ha parlato Gianluca era un colpo importante. Abbiamo i nostri sogni, i nostri programmi e non così scontati. Era una grande opportunità, un armadio a sei ante alto due metri che ti fa sentire ancora più piccolino ma l’abbiamo superata questa cosa. E poi mi ero informato e oltre a essere un grande giocatore mi hanno parlato di lui come un ragazzo eccezionale. Per quel poco che ho conosciuto è davvero così. Joe era quasi dispiaciuto di essere presentato da solo, voleva farlo coi compagni nuovi».

COME ON, HART: JOE E TORINO, ORA CAPIAMOCI!

PER GLI INGLESI L’ESORDIO È DA “DIMENTICARE”

ECCOLO – Ed ecco Hart. «Buongiorno a tutti e grazie per essere tutti qui. Sto molto bene qui. Sto imparando la lingua italiana del calcio e scusate se ora parlo ancora inglese. Ci sono ovviamente delle differenze con la Premier ma io cerco di essere al massimo. Cosa è successo a Bergamo? Ogni partita è un’insidia e possono esserci errori ma io sono pronto a lavorare duro. Sono arrivato in questa bellissima città bene accolto da tutti e ho anche un buon rapporto col mister. Sono molto eccitato per questa nuova esperienza. Ho una buona insegnante, sto imparando l’italiano per comunicare sia con la squadra che nella vita normale. Ogni giorno farò delle lezioni. Ho trascorso 10 anni molto bene in Manchester, ho trovato la Nazionale e spostarsi in un altro paese è difficile ma fa parte della mia carriera. Ho scelto il Toro perché è stata una grande opportunità. Parlare con il mister e il presidente mi ha convinto. Quando ero giovane guardavo Channel Four e vedevo la serie A e ricordo la domenica che mi piaceva molto vederla. Sì, conoscevo la storia del Grande Torino prima di venire qua, la sua leggenda e la sua tragedia. So che c’è anche la Juventus in città ma il Toro è uno dei migliori club della serie A».

SEAMAN L’IDOLO – «Avevo una situazione particolare al City, io adoro giocare a calcio e quindi essere qui in un club con una grande storia che mi dà l’opportunità di giocare mi eccita. Mi aspetta una grande stagione per fare un grande lavoro. Ci sono grandi differenze tra le varie nazionalità. Dipende molto dai mister. Ci sono delle cose basiche tra tutti ma ognuno allena alla sua maniera. Anche al Barcellona ognuno ha allenato con il suo stile. Dipende dalla cultura del mister. Non ci sono differenze tra City e Torino per me, io lavoro con la stessa passione. Il club è molto bene organizzato. La mentalità del Torino e la mia sono la stessa. Ci specchiano. Vogliamo lavorare bene e duro insieme con un grande supporto. Devo dare qualità, spingeremo tantissimo. Tornare indietro? In questo momento sono al Torino e penso alla serie A. Guardiola? Ha una sua opinione e la rispetto ma ora sono qua. Non so perché sono passati quasi 100 anni senza portieri inglesi in A ma è una delle grandi ragioni per cui sono venuto qua e vedremo. Il mio idolo da giovane era David Seaman, dell’Arsenal, sono cresciuto guardando lui. Poi è diventato un amico che mi ha dato tanti bei consigli. Ma qui in Europa ci sono fantastici portieri come il capitano della nazionale tedesca, Buffon è una grande ispirazione per tutti i ragazzi, so che è un gentleman, il portiere del Milan che ha solo 17 anni. La qualità principale che deve avere un portiere? Aiutare il team e prendere la palla. Semplice. Io imparo ogni giorno qualcosa di nuovo. Ho 29 anni, mi sento giovane. Sono un open mind. Al derby ora non penso ma sono concentrato all’Empoli. Ora sono qui».

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