Giroud, l’uomo dello sprint scudetto sei tu. “Abbiamo tutto per vincere”

Il francese si conferma il rossonero dei gol pesanti, ha nobilitato la “9” e non segnava così tanto in campionato da cinque anni: “Abbiamo l’umiltà e la fiducia per vincere ogni partita”

E’ stato come una clessidra che si svuota da una parte e si riempie dall’altra. Il “potere” si è trasferito da Zlatan Ibrahimovic a Olivier Giroud così, granello dopo granello, giorno dopo giorno. Ribaltando completamente unoi scenario che a inizio stagione etichettava il francese riservista – di lusso, ma pur sempre riservista – dello svedese.

Uomo “pesante”

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In attacco invece il mondo rossonero si è capovolto proprio come la clessidra e, anche se Ibra è tornato abile e arruolabile, per lo sprint finale l’uomo su cui tutti appoggiano le proprie speranze è “Oliviero”. L’attaccante dei gol pesanti, quello che spesso risponde presente quando la posta in palio si alza e il gioco si fa duro. Napoli, derby, Lazio: Olivier ha il grande pregio di colpire nei momenti più delicati e più di un fattore induce a pensare che nelle ultime quattro uscite stagionali il titolare della cattedra sarà lui. Con Ibra pronto a subentrare e dare un contributo importante, com’è successo all’Olimpico.

Slogan

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Nelle ultime ore Giroud è tornato sulla vittoria di Roma e sui prossimi passi che attendono il Milan: “La vittoria con la Lazio mi ha lasciato un’emozione pazzesca – ha detto a Sportmediaset –. L’abbiamo giocata bene fin dall’inizio e abbiamo creduto nella vittoria fino alla fine. Come dico sempre, succede a chi ci crede. Questa frase è lo slogan del Milan, mi piace anche perché sottolinea una grande fede. Penso che abbiamo tutto per vincere, non possiamo nasconderci ma siamo molto concentrati sulla partita di domenica. La cosa più importante è che l’Inter abbia perso a Bologna e che abbiamo il destino nelle nostre mani. Dobbiamo stare concentrati sul nostro gioco. Con la sconfitta dell’Inter siamo più carichi, ma abbiamo l’umiltà e la fiducia per vincere ogni partita”.

Professionalità

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Parole da leader e di un calciatore che a 35 anni, dopo aver chiuso un lungo ciclo inglese da campione d’Europa, ha ritrovato il piacere di giocare e di essere protagonista in un’altra dimensione e nel contesto di un club che promette orizzonti sempre più intriganti. Pioli si è messo nelle sue mani perché Giroud è come Ibra, un senatore estremamente professionale e perfettamente connesso con l’ambiente (Milanello, certo, ma anche la tifoseria, che lo adora). Perché ha ridato voce e nobiltà alla bistrattata maglia numero 9. Perché in questo campionato ha segnato nove gol, mai così tanti in una singola stagione nei cinque grandi campionati europei dal 2016-17, quando arrivò a 12 con l’Arsenal in Premier League. E poi perché… quando Pioli l’ha sostituito all’Olimpico lo hanno inquadrato imbelvito, a schiaffeggiare pezzi di panchina. A 35 anni, e dopo aver fatto gol. Quando non c’è Ibra il capobranco, ci pensa totem Giroud.

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