Finalmente Zakaria-Locatelli: con l’Atalanta il debutto della coppia d’oro

I due non hanno ancora giocato insieme un solo minuto, ma nel big match di domenica toccherà a loro guidare la Juve alla ricerca del quattordicesimo risultato utile consecutivo (Supercoppa a parte)

“Sono un giocatore completo, mi piace recuperare palloni e inserirmi in zona gol”: questo l’autoritratto dipinto dallo stesso Zakaria nella conferenza stampa di presentazione, e questo l’effettivo identikit che le due prestazioni in bianconero hanno tracciato di lui. Con l’aggiunta – non di poco conto – che debutto e controprova sono arrivati insieme a 6 punti e un gol. Un inizio mica male, insomma, per il nazionale svizzero, arrivato dalla Bundesliga all’esordio in Serie A. E che ora si accinge a guidare la Juve alla ricerca del quattordicesimo risultato utile consecutivo, Supercoppa a parte.

Effetto vitamina

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In campo dall’inizio tanto contro il Verona domenica scorsa quanto col Sassuolo in coppa Italia, in entrambi i casi ha lasciato il suo marchio evidente sui match. A partire da quell’effetto vitamina che, insieme a Vlahovic, la ventata di novità ha iniettato nelle gambe e nello spirito bianconero, entrambi appesantiti da un girone d’andata in perenne sofferenza, anche se in crescendo per quadratura e risultati e quadratura. Con le sue prove ha corroborato un centrocampo che è stato per mesi lo snodo più dolente della squadra, mettendo a disposizione fisicità e testa, dinamismo e personalità, recupero palloni e ficcanti inserimenti offensivi. Con la perla del raddoppio contro il Verona che all’andata aveva castigato la Juve, gol che ha messo il match in cassaforte. Il terzo per lui in stagione, dopo i due realizzati col Borussia Monchengladbach. “Siamo contenti degli arrivi di Dusan e Zakaria, che si sono integrati all’interno di una squadra solida che veniva da buoni risultati. Hanno delle caratteristiche che ci mancavano, aggiungendoli abbiamo respirato aria fresca e nuova”, è stato il commento di Allegri dopo la vittoria col Sassuolo.

Moduli diversi

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Senza contare la versatilità che ha già dimostrato, e che consentirà ad Allegri di mettere sul piatto altri gustosi menù. Col Verona infatti Zakaria ha giocato sulla destra di un centrocampo a tre, affiancando Arthur e Rabiot, nel quadro tattico del 4-3-3; contro il Sassuolo invece Allegri lo ha paracadutato in un 4-2-3-1 con Arthur come spalla per i 60 minuti in cui lo svizzero è rimasto in campo. Difficile tirare conclusioni definitive su un arco temporale così limitato e punteggiato anche da altri contestuali esperimenti di uomini e schemi, tipo il rientrante Cuadrado schierato nel trio alle spalle di Vlahovic per fare esempio. L’impressione è che al momento Zakaria si sia trovato più a suo agio nella soluzione a tre.

Le varianti

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La certezza è invece che la sua duttilità e intelligenza tattica possano farne un’arma fondamentale nelle mani di Allegri da qui alla fine della stagione. Anche perché oltre alle due versioni sperimentate finora, altre se ne possono aggiungere. A partire dal modulo, sapendo quanto sia caro ad Allegri anche il 4-4-2. Ma anche ipotizzando altri interpreti. A partire da quel Locatelli, inamovibile pilastro del centrocampo juventino fino a nemmeno una settimana fa, poi fermato da un turno di squalifica prima e dall’opportunità di provare la coppia Zakaria-Arthur poi. Ma ora che il ‘Loca’ ha rifiatato, contro l’Atalanta è facile ipotizzare un suo impiego fin dall’inizio, e dunque l’esordio della coppia d’oro di centrocampo composta da Locatelli e Zakaria, finora mai in campo contemporaneamente. Magari con Rabiot sulla sinistra, uno dei più “vitaminizzati” dai nuovi innesti bianconeri.

Ma, come si diceva, le combinazioni in mezzo sono varie e attraenti, considerando anche le variabili McKennie e Bernardeschi. La migliore? Sarà Allegri a deciderla, con un presentimento già vivo pensando alla coppia che partirà titolare domenica a Bergamo…

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