Figli d’arte, lavoro, guerre: i 65 giocatori all’Europeo con il doppio passaporto

Scelte di vita, cambi di maglia a carriera iniziata e non solo. I motivi del trasferimento sono tanti e riguardano il 10% dei convocati

Dal nostro corrispondente Filippo Maria Ricci

10 giugno – Madrid

Mai un Europeo è stato tanto europeo. Non c’è un Paese organizzatore, o due, ma undici. Le frontiere vengono abbattute, l’idea, in parte frustrata dal Covid, era quella di vivere un mese di migrazioni calcistiche: tifosi e squadre fluttuanti per il continente. Attenuato il concetto di nazione, esaltato quello di continente. Un’idea, quella del movimento, ben rappresentata anche dalle storie dei giocatori.

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