Festa Inter in Supercoppa: Sanchez punisce la Juve al 121′!

Decide il gol del cileno all’ultimo secondo, favorito da una follia di Alex Sandro. Nei 90′ regolamentari gol di McKennie e Lautaro su rigore

Un gol di Sanchez all’ultima azione prima dei calci di rigore, favorito da una follia di Alex Sandro nell’area della Juventus, consegna la Supercoppa Italiana all’Inter, che batte così 2-1 in rimonta i bianconeri. In una serata glaciale a San Siro si sono contrapposte due filosofie: da un lato la voglia di manovra e possesso interista, dall’altro la solidità e la pazienza della Juve, virtù ritrovate dopo la follia bianconera vista all’Olimpico. Alla fine è stata così premiata la scelta di Simone, quando tutto sembrava ormai apparecchiato per i calci di rigore. L’Inter può così alzare la prima coppa stagionale.

L’AVVIO

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All’inizio la Juve usa Kulusevski in marcatura per contenere il dinamismo di Brozo, in odor di rinnovo e molto più svagato del solito, mentre McKennie e Bernardeschi tentano di aprirsi ai lati di Morata. L’Inter, invece, è fedele alla sua indole coraggiosa e pressa alto sin dall’inizio, più o meno come aveva fatto nella gara di campionato. Dialoga come sa fare ai limiti dell’area e così Lautaro finisce per divorare un gol clamoroso su tocchetto furbo di Barella. Poi Inzaghi quasi si mangia il quarto uomo mentre reclama un rigore per contatto sospetto Barella-Chiellini. Col tempo, però, dopo i primi 15’ di sfogo, la Juve trova il modo di assorbire la pressione nemica e riesce a risalire la corrente, fino al punto di costruire una palla gol macroscopica su errore, altrettanto macroscopico, di Brozo: Bernardeschi, dopo aver rubato bene palla avrebbe una autostrada davanti, ma si incaponisce nel dribbling su De Vrij anziché servire Morata, solo soletto a centro area. La difesa nerazzurra è, però, stranamente in vena di regali e, infatti, al 26esimo ecco il patatrac: un cross di Morata sporcato da Skriniar piove a metà tra Bastoni e De Vrij, entrambi indecisi, e McKennie è lesto a metterci la zucca per l’1-0.

IL PARI E’ SERVITO

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È il piano di Allegri che trova compimento: difesa ardita e cinismo davanti. Al contrario, la botta disunisce la squadra di Inzaghi per alcuni minuti in cui è la Juve ad avere uno slancio visto raramente in questa stagione. Ma è solo un’illusione, una piccola deviazione dalla sceneggiatura originale: l’Inter ritrova presto campo, torna a giocare sulle solite frequenze, finché è Dzeko a ricevere un gentile omaggio dagli avversari. L’eroe di Roma De Sciglio fa un intervento sciagurato sul bosniaco in area: rigore netto e pari dal dischetto di Lautaro con destro deciso. L’1-1 di un primo tempo comunque a tinte nerazzurre rischia pure di traballare sul finale: il tentativo di autorete di Rabiot avrebbe meritato un passaggio su Mai Dire Gol.

POKER

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La ripresa senza cambi comincia con due occasioni sul sinistro tagliente di Bernardeschi che, però, non cambiano di molto l’andamento della contesa: l’Inter cerca con più insistenza la manovra sbattendo poi sul muro difensivo guidato da Chiellini, l’uomo a cui affidarsi nella bufera. Quando poi d’improvviso sbuca la testa di Dumfries alle spalle del solito, decadente Alex Sandro ci pensano un po’ il palo e un po’ Perin a conservare il pareggio. È il segno che il controllo del campo da parte dei nerazzurri sta pericolosamente crescendo, mentre la Juve arretra verso una partita sempre più di contenimento. Il tutto mentre Dybala continua a scaldarsi ai lati del campo. Allegri, però, resta fedele al suo progetto e manda in campo il suo fuoriclasse al posto di un deludente Kulu solo per l’ultimo quarto d’ora. Come in una mano di poker, più o meno negli stessi momenti, pure Inzaghi gioca la sua carta (doppia) a sorpresa, modificando per intero la fisionomia dell’attacco: fuori Lautaro-Dzeko, dentro Sanchez-Correa. Nessuna delle due mosse ha inciso subito e così il match si è trascinato stancamente fino al 121′, dopo 30′ di supplementari in cui gli unici brividi erano arrivati da un sinistro di Dybala e soprattutto da un colpo di testa del solito Sanchez fuori di pochissimo.

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