Fabregas e la Champions “Ho pensato che un giorno l’avrei vinta, ma sono passati 16 anni”

Cesc Fabregas tra club e nazionale spagnola ha praticamente portato a casa qualsiasi trofeo, tranne…la Champions League. La sconfitta nella finale disputata con la maglia dell’Arsenal allora non gli è pesata molto, ma ora è diventata un…

“Ci sono giocatori che hanno vinto tutto, altri che non hanno vinto nulla e poi quelli come me che hanno vinto quasi tutto”. Parola di Cesc Fabregas, che in effetti tra club e nazionale spagnola ha praticamente portato a casa qualsiasi trofeo, tranne…la Champions League. Ha giocato in due squadre, Barcellona e Chelsea, che la coppa l’hanno sollevata eccome, ma non quando c’era lui. E in una lunga intervista rilasciata a MundoDeportivo, lo spagnolo, attualmente al Monaco, ritorna sulla finale disputata a neanche vent’anni con la maglia dell’Arsenal. Una sconfitta che allora non gli è pesata molto, ma che ora è un cruccio.

CHAMPIONS – “Avevo appena 19 anni, sono sempre stato un calciatore competitivo e odio perdere, a volte ho pianto o non ho parlato con la mia famiglia dopo una sconfitta. Ma quella finale era diversa, mi ricordo che i miei genitori cercavano di consolarmi dopo la partita di Parigi. E io ho detto loro ‘tranquilli, un giorno la Champions la vincerò’. Ma sono passati 16 anni da quel giorno ed è l’unico titolo che mi manca. Non mi posso lamentare, ma quella finale di Champions non la dimenticherò mai”. Anche perchè Fabregas l’ha giocata e persa contro la squadra che lo ha cresciuto.

MESSI – A proposito di Barcellona, quella finale non la dimenticherà neanche Messi, perchè l’argentino all’epoca si è arrabbiato parecchio per non essere stato neanche convocato da Rijkaard. Oltre quindici anni dopo, la Pulce è ancora protagonista. E Fabregas, che ci ha giocato assieme, lo difende dalle critiche. “Su Messi ho letto cose dette da gente che sicuramente non ha visto la partita contro il Real. Non è stato stellare, ma ha fatto una buona partita, ha mandato Mbappé in porta nel primo tempo con un passaggio che nessuno degli altri ventuno giocatori in campo avrebbe potuto mai neanche immaginare. Si è sistemato bene tra le line, ha fatto un altro assist a Neymar che poteva portare al gol. Ha sbagliato un rigore, quindi? Giudicarlo per una cosa del genere mi sembra ridicolo, il calcio è molto più di questo”.

CALCIO – Già, il calcio. Qualcosa che, dai tempi in cui Cesc era un giovane talento, è quasi irriconoscibile. “Il calcio è cambiato radicalmente, ora è tutto più robotizzato e la tattica conta molto di più della tecnica. In molti casi la creatività e la libertà del giocatore si sono perse. Gli allenamenti li fai con addosso un GPS che calcola ogni metro che fai, la scienza ha preso il posto della spontaneità. Gli allenatori vogliono che i calciatori sappiano quello che devono fare in ogni preciso istante”. E Fabregas, vuole farlo l’allenatore? “Mi appassiona vedere il calcio, analizzarlo e commentarlo. Allenare è qualcosa che mi piacerebbe, ma diamo tempo al tempo, per adesso spero di finire bene la mia carriera”. Di certo, di modelli ne ha parecchi. “Del Bosque, Luis Aragonés, Conte, Mourinho, Guardiola. Da tutti ho imparato qualcosa di buono”. Non tutti però…hanno vinto la Champions!

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