Eriksen con il defibrillatore rischia di non giocare più in Italia. Le prime parole dopo il risveglio: “Ho solo 29 anni”

Il calciatore danese Christian Eriksen riceverà l’impianto di un defibrillatore, dispositivo salvavita nel caso di aritmia ventricolare, ma forse non potrà più giocare in Italia, dove ad oggi milita nell’Inter. Il motivo? “In Italia non è possibile dare l’idoneità ai portatori del defibrillatore”, spiega a Repubblica il dottor Giulio Molon, aritmologo e direttore del Reparto di Cardiologia presso l’Irccs Ospedale Sacro Cuore di Negrar (Verona).

Defibrillatore ad Eriksen, l’aritmologo: “Non si può dare idoneità a chi lo porta”

Intervistato dal quotidiano del gruppo Gedi, il dottor Molon è cauto ma chiaro: “Mancano informazioni sulla cardiopatia di base (di Eriksen, ndr) per rispondere, ma va detto che questa condizione controindica l’attività professionistica in Italia, visto che non è possibile dare idoneità ai portatori del defibrillatore. Ma va anche ricordato che un giocatore della nazionale belga, Dailey Blind, gioca con un apparecchio di questo tipo impiantato dopo una crisi legata ad una miocardite”, ammette. 

La decisione di impiantare nel giovane giocatore il defibrillatore è arrivata dopo il crollo improvviso durante la partita degli Europei che ha visto contrapposte Danimarca e Finlandia. “Sono tornato con voi”, le prime parole del giocatore dopo aver ripreso conoscenza, e poi: “Dannazione, ho solo 29 anni”. 

Defibrillatore ad Eriksen, la decisione dopo il crollo

Il calciatore è stato subito sottoposto a rianimazione e ricoverato in ospedale, ma in base ai risultati degli esami si è scelto di impiantare il defibrillatore, come ha spiegato il medico della nazionale danese Morten Boesen, chiarendo come il dispositivo possa essere necessario in caso di gravi disturbi del ritmo cardiaco.

Secondo quanto scrive Repubblica, il problema del centrocampista danese sembrerebbe legato ad una aritmia ventricolare (cioè del ventricolo) particolarmente pericolosa. “Il posizionamento di un defibrillatore impiantabile sta ad indicare che esiste il rischio che la grave crisi aritmica possa ripetersi”, chiarisce al quotidiano il dottor Molon. Una aritmia grave, infatti, può “causare l’arresto cardiaco che è la causa principale di morte improvvisa, cioè di un drammatico e inatteso evento inesorabilmente mortale se non si mettono in atto, con rapidità, le manovre di rianimazione cardio-respiratoria, la cosiddetta catena della sopravvivenza”. 

Proprio in questi casi il defibrillatore agisce, a differenza di un semplice pacemaker, rilevando e “riconoscendo l’insorgenza improvvisa di una aritmia grave come appunto la fibrillazione ventricolare e, attraverso uno shock elettrico che viene rilasciato direttamente dal dispositivo, consente di riportare alla normalità la situazione”, spiega il medico. 

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