De Biasi: “Cacciato da Udine E decisi: niente più Italia”

La vetta della classifica del gruppo G, a punteggio pieno davanti a due corazzate come Spagna e Italia, è roba da far girare la testa. L’Albania di Gianni De Biasi, però, non vuole smettere di stupire: dopo la partecipazione all’Europeo (e l’accesso agli ottavi di finale solo sfiorato), le “Aquile” continuano a volare. Le pratiche Macedonia e Liechtenstein sono state sbrigate, adesso è il turno della Spagna reduce dall’1-1 dello Juventus Stadium.

dalla terra alla luna — De Biasi è fiducioso, ma allo stesso tempo conscio di quello che è il gap tra le due rose: “Speriamo di proseguire sulla buona strada che abbiamo intrapreso all’Europeo, anche se ormai la rassegna continentale è un capitolo chiuso – ha affermato il tecnico italiano come riporta As -, dobbiamo essere umili e concentrati. Tuttavia, la differenza tra noi e la Spagna è evidente: è come andare dalla terra alla luna, è come una lotta tra pietre e kalashnikov”. L’anima italiana di De Biasi esce fuori quando si parla dello stile di gioco degli spagnoli: “Mi piace, ma preferisco essere più concreto che poetico. Se disponi di qualità, comunque, è chiaro che puoi fare quel tipo di gioco. La cosa importante è quello di tirare fuori il massimo dalla rosa che si ha a disposizione: tutti i giocatori della Spagna militano in grandi squadre, guardate dove giocano i miei!”.

lo sbarco — La scelta di diventare c.t. dell’Albania (nel 2011) nasce dopo l’ultima esperienza in Serie A, nell’Udinese, che ha lasciato una ferita evidentemente ancora aperta: “Sono stato licenziato dopo soli tre mesi, ed è una cosa di cui ancora non mi capacito. Non si può decidere la vita e la morte di un allenatore in soli tre mesi. È stato un duro colpo a livello morale, non ho più voluto allenare in Italia”. Ecco, allora, il sì alla nazionale albanese: “Avevo bisogno di una sfida difficile, così da poter dimostrare a tutti il mio reale valore. Ricordo bene l’inizio: arrivai in una notte di dicembre e decidere non è stato semplicissimo. Poi ho parlato con il presidente (Duka, ndr), mi ha dato carta bianca senza alcuna restrizione. E non parlo di soldi, visto che andavo a guadagnare un quarto di quello che prendevo prima. Ma avere un popolo dietro che ti supporta mi ha dato una grande motivazione”.
cyber-selezionatore — De Biasi racconta le fasi di costruzione della sua rosa: “Non avevo un archivio di giocatori dal quale pescare. Così, per capire quali fossero quelli selezionabili, ci siamo affidati a internet: siamo partiti dal sito Soccerassociation cercando in tutte le leghe quelli che avevano la bandiera dell’Albania accanto al nome. Una volta trovati, abbiamo analizzato dei video su Youtube per verificare se potevano fare al caso nostro. Nell’ultima fase, infine, abbiamo parlato con loro e chiesto se avevano voglia di darci una mano. Un esempio? Berisha. Giocava a Kalmar, una città di pescatori in Svezia. Lo abbiamo convinto, e al suo debutto contro la Georgia fece un partitone: parò tutto. A onor del vero abbiamo anche viaggiato moltissimo, dalla Svezia all’Azerbaigian, alla caccia di calciatori”.
motivatore — Il lavoro del selezionatore italiano non è stato solo sul campo, ma anche nella testa della sua squadra: “Avevamo bisogno di cambiare qualcosa. Prima del mio esordio contro la Georgia (29 febbraio 2012, k.o. 2-1), ho scritto una lettera ai giocatori dicendo loro: ‘Se mi seguirete, arriveremo dove nemmeno possiamo immaginare’. Alla fine è andata così, ma il viaggio è stato lungo…”. La prossima tappa, intanto, è già segnata: domani sera, al cospetto della Spagna.

 Gasport 

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