Dal Porto di Mou al… Blues di Di Matteo: quando trionfa l’outsider

In Champions i successi clamorosi sono pochi ma roboanti: nel 2004 i miracoli di José, nel 2012 Drogba e il tecnico italiano portarono il Chelsea sul tetto d’Europa

Outsider in trionfo? Nell’era Champions è successo di rado. Ma la finale fra sfavoriti per antonomasia è quella del 2004 a Gelsenkirchen: Porto-Monaco 3-0. L’exploit di un giovane Mourinho, che l’anno prima con i portoghesi aveva vinto la Uefa. Di fronte il club del Principato guidato dal 35enne Deschamps, che arrivò in Germania da favorito. Aveva eliminato il Psv, il Real dei Galacticos e il Chelsea di Ranieri. Il Porto fece il colpo con lo United, con gol di Costinha al 90’ al ritorno a Manchester, poi vinse con i più agevoli Lione e Deportivo, con un rigore a La Coruña. E in finale sorprese il Monaco. In porta Vitor Baia, in difesa Ricardo Carvalho, in regia Deco, e in attacco? Il bomber è il sudafricano Benni McCarthy, riserva, 4 gol. Il Monaco chiuse con Morientes a 9 centri e il croato Prso a 7. Ma, si sa, a Mou interessava più l’equilibrio e la fase difensiva. Nelle ultime 5 gare prese solo 2 gol.

Altre sorprese?

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Si può ricordare il Dortmund, re nel 1997, in finale con la Juve di Lippi. I gialloneri di Hitzfeld, in una Coppa a 16 squadre, ai quarti ebbero vita facile con l’Auxerre, ma in semifinale superarono lo United di Ferguson, battendolo 1-0 anche a Manchester. La Juve aveva superato Rosenborg e Ajax e all’Olympiastadion era data favorita, da campione in carica. Ma non aveva considerato Kalle Riedle, 32 anni, ex Lazio, doppietta in finale e 4 gol nel torneo, sua miglior stagione di sempre in Champions. Nel Dortmund c’erano pure Kohler, ex bianconero, il Pallone d’oro Sammer, il talento di Paulo Sousa che aveva appena lasciato Torino, ed Andy Möller, altro ex.

Anche il Chelsea di Roberto Di Matteo nel 2012 non era favorito in primavera. Veniva dall’aver raccolto il testimone di Villas Boas a marzo. I Blues, ko a Napoli 3-1 (con Frustalupi per Mazzarri in panchina) negli ottavi, a Stamford al ritorno fanno l’impresa: ribaltano e vincono 4-1 nei supplementari, con gol di Drogba, Terry, l’attuale tecnico Lampard e Ivanovic. Il miracolo di Londra li gasa, il Chelsea passa a Lisbona col Benfica. Quindi abbattono il Barça di Guardiola, campione nel 2011: in casa basta Drogba, al Camp Nou i blaugrana vanno avanti con Busquets e Iniesta, fanno 73% di possesso, ma i boys di Di Matteo, in 10 per il rosso a Terry, in contropiede li puniscono con Ramires e poi col Nino Torres. E in finale? Pescano il Bayern all’Allianz Arena, davanti a oltre 60 mila tifosi. Ma Drogba, Lampard e soci sono in ballo e sanno ballare. A 7’ dalla fine Müller infila Cech di testa, ma all’88 l’ivoriano Didier buca Neuer anche lui con un testata d’ariete. Poi supplementari e colpo di scena: rigore per i Rossi. Ma Cech para su Robben. E si arriva alla conclusione dal dischetto. Sbaglia Mata per i Blues il primo. Ma ancora gigante Cech si oppone a Olic, poi Schweinsteiger becca il palo sinistro e Drogba non si lascia intimidire. Chelsea e Di Matteo campioni. Da outsider.

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