Da Theo a Giroud, il Milan parla francese: “Così in campo ci capiamo meglio”

Al momento in rosa ci sono Kalulu, Hernandez e Maignan, oltre all’attaccante del Chelsea è atteso Ballo-Touré e magari anche Bakayoko. La svolta francofona avviata in campo da Kessie e Bennacer, con un protagonista fuori dal campo: il capo scout Moncada

Più facile che si dica “bonjour” piuttosto che “buongiorno”. Ormai a Milanello va così: francesi e francofoni a volontà. Lo dicono gli ultimi nomi in arrivo: Olivier Giroud e Fodé Ballo-Touré. Il primo è nato a Chambéry, in mezzo alle Alpi, l’altro vicino Parigi. E anche se ha scelto di giocare per il Senegal ha sempre vissuto in Francia. Terzino di spinta, 29 partite al Monaco l’anno scorso, arriverà in prestito con diritto di riscatto. A questi potrebbe aggiungersi Tiemoué Bakayoko, altro parigino, vecchia conoscenza del Milan di Gattuso (42 partite e un gol nel 2018-19). Ennesimo calciatore “made in France” della rosa di Pioli.

FRANCOFONI

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Al momento i transalpini in rosa sono tre: Kalulu, Theo e Maignan, l’ultimo arrivato tra i pali per sostituire Gigio. A questi si aggiungerà Giroud, atteso tra mercoledì e giovedì. Sarà il ventesimo francese della storia rossonera, il quarto dell’annata 2021-22. Mai così tanti. Del resto il capo scout del Milan viene proprio da lì: Geoffrey Moncada, 32 anni, prodigio degli osservatori. Pare che in un vecchio report del 2011, ai tempi del Monaco, rimase colpito da un 12enne del Bondy, società dell’Ile de France. Tecnica, velocità, estro e un nome sottolineato più volte: Kylian Mbappé. Tempo un anno e il talentino sceglierà Montecarlo al posto di Real e Psg. Il resto è storia vincente. Oggi Geoffrey lavora per il Milan. Si vede poco, parla anche meno e ha diversi collaboratori sparsi per l’Europa a caccia di talenti. Molti lavorano con la prima squadra, alcuni vanno in cerca di Under 16: vedi Emil Roback, punta del 2003 acquistata dall’Hammarby per circa un milione.

GLI ALTRI

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In mezzo al campo si parla francese, l’hanno detto i protagonisti stessi. Nel corso di molte interviste, infatti, Kessie e Bennacer hanno detto di comunicare proprio così: “Ci intendiamo meglio ed è più facile”. Franck è nato in Costa d’Avorio, Ismail ad Arles, Costa Azzurra, ma dopo un passato nelle giovanili transalpine ha scelto l’Algeria (paese della madre). Nel 2019 ha vinto la Coppa d’Africa da miglior giocatore. A centrocampo Pioli può stare tranquillo. Il belga Saelemaekers si aggiunge ai francofoni, mentre Tatarusanu, Kjaer e Leao si portano dietro qualche frase dai loro trascorsi in Francia (Lilla, Nantes). Stesso discorso per Ibra, secondo miglior marcatore del Psg con 156 gol. Quattro anni sotto la Tour e un paio di allenamenti con Maignan nel 2014, portierino delle giovanili salito per allenarsi con i grandi. Siparietto diventato storia: “Non riuscivo a parare i suoi tiri, così mi disse ‘sei un portiere di me…’. Poco dopo, però, ne parai uno. Così gli risposi: ‘E tu sei un attaccante di me…”. Quando tornerà dalle vacanze – Mike è stato il terzo portiere di Deschamps a Euro 2020 – Zlatan lo saluterà come si deve.

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