Cuadrado sempre più decisivo. Leader in campo e sempre più carismatico nello spogliatoio

Contro l’Atalanta ha tenuto viva la Juve: è il bianconero che ha giocato più palloni (104), subito più falli (8) e fatto più dribbling positivi (7). E non è un’eccezione: in stagione ha all’attivo 14 assist. Fuori campo intanto…

“A volte si vince e a volte si impara, a continuare a lottare, fino alla fine”, così scrive il colombiano Juan Cuadrado, a corredo della pesante sconfitta della Juve contro l’Atalanta. Per la squadra di Pirlo solo un gol subito, ma dietro all’1-0 c’è il declassamento al quarto posto e il salto in avanti del Milan, che ha consolidato il suo secondo posto.

Insomma, il traguardo di un piazzamento da Champions traballa sempre più in casa bianconera, ma Cuadrado non perde né calma né fiducia, e suggerisce all’ambiente di imparare dalla sconfitta, e – aggiunge – di “imparare a continuare a lottare fino alla fine”. Perché è anche su questo piano che la Juve ha fatto acqua ieri contro l’Atalanta, nonostante l’importanza della posta in palio. E lui, da leader di spogliatoio come è ormai riconosciuto, per anzianità anagrafica ma pure aziendale (era arrivato nel 2015, ha dunque cuciti sul petto 5 scudetti), non si tira indietro quando c’è da esultare, ma nemmeno quando come si suol dire c’è da metterci la faccia. Come successo dopo l’eliminazione col Porto.

Uuomo ovunque

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Intanto contro l’Atalanta è stato il migliore dei suoi: dalla sua corsia, la destra, sono passate le azioni bianconere più pericolose, sia in fase di costruzione che di penetrazione in area, e ancor più specificamente dai suoi piedi: è il giocatore juventino che ha giocato più palloni (104), che ha subito più falli (8) e che ha fatto più dribbling positivi (7), vincendo alla grande il duello a distanza col dirimpettaio di fascia nonché atteso, potenziale uomo-mercato Robin Gosens. Cuadrado è partito dalle retrovie, quarto di destra nello schieramento difensivo, ma da subito ha tagliato il campo in tutta la sua lunghezza, presentandosi puntuale tanto alla chiusura che al cross, e persino al tiro: insomma è stato l’uomo-ovunque della sua fascia, con la collaborazione di McKennie, attento anche a lasciare campo all’ispiratissimo collega. E la sua prestazione, che ha strappato un 7 nelle pagelle Gazzetta, non è passata inosservata nemmeno al Lapo Elkann, tifoso doc e vip per eccellenza, che non ha perso l’occasione per elogiare il protagonista bianconero sui suoi profili social.

Il peso specifico dell’assist-man

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Quella di Bergamo non è stata peraltro una prestazione d’eccezione, per Cuadrado, che in stagione ha all’attivo 14 assist nei 2.465 minuti giocati (in media 77 a gara), 32 presenze di cui 29 da titolare e 3 da subentrato). Con lui in campo la Juve ha ottenuto 20 vittorie e 8 pareggi e 4 sconfitte (in Champions col Barcellona, e in A con Fiorentina, Napoli e Atalanta). Il peso specifico dei suoi assist è stato pesantissimo, tanto in Champions che in campionato: Dynamo, Ferencvaros (3), Barcellona e Porto hanno “subito” sei dei suoi 14 assist, tradotti in gol tre volte da Morata, e una a testa da Ronaldo, McKennie e Chiesa. In serie A è stato il Torino il più “vessato”: all’andata Cuadrado ha servito l’ultimo passaggio a McKennie e Bonucci, per poi completare l’opera contro Lazio (gol di Ronaldo), Napoli (ancora Morata, l’attaccante che più ha saputo sfruttare gli assist del colombiano), Bologna (McKennie in gol), Samp (Ramsey), Cagliari (Ronaldo) e Genoa (Kulusevski).

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