Correa in 48 ore si è preso l’Inter: “Andremo lontano”

Il Tucu segna con un colpo di testa alla Dzeko e con un mancino alla Lukaku: “Sin da bambino sognavo di vestire questa maglia, voglio dimostrare tanto”

Simone Inzaghi nel pre gara l’aveva definito la ciliegina sulla torta, ma il Tucu Correa al debutto di Verona è sembrato la torta intera. La ciliegina l’aveva messa l’amico e compagno anche di nazionale Lautaro Martinez. Ma le magie e la sostanza dei tre punti li ha portati l’ultimo arrivato con una magica doppietta che in 20′ minuti (recupero compreso) ha reso l’idea del potenziale dell’ex Lazio. Lui, che è di piede destro, ha segnato con un prima colpo di testa alla Dzeko e poi con un sinistro alla Lukaku.

Testa e Siviglia

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Una serata surreale, che Correa commenta così: “Giornata bellissima, sognavo sin da piccolo di vestire questa maglia. Ho sfiorato l’Inter, da sempre piena di argentini, a 16 anni, ora sono qui e voglio dimostrare tanto. Oggi sono qui e ho segnato due gol al debutto. L’ultimo di testa lo avevo segnato al Siviglia. Ringrazio tutti i miei compagni per avermi fatto sentire come se fossi qui da tempo e il mister e la società per aver creduto in me. Il Verona ha buoni giocatori e farà bene, però questa Inter potrà arrivare lontano: siamo tutti concentrati per i nostri obiettivi e lotteremo partita dopo partita. Non faccio tanti gol? A volte è capitato, però cerco sempre di lavorare per la squadra. Oggi ne sono entrati due, li dedico a tutti quelli che mi sono vicini”.

Microonde

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Una doppietta che ha portato Inzaghi ad una corsa liberatoria che dice tanto su come anche il nuovo tecnico si sia calato nel ruolo. Resta l’incredibile rapidità con cui si è presa l’Inter Correa. Sbarcato a Milano mercoledì sera, ha svolto soltanto la rifinitura di ieri e poi, come un microonde, si è scaldato in un attimo. Al primo pallone in assoluto ha pescato l’inserimento in area di Barella, che è scivolato. Poi sulla bella giocata di Darmian ha fatto un gran gol di testa, non certo il suo marchio di fabbrica, e nel recupero l’ha chiusa girandosi in un fazzoletto sul tocco di Barella e trovando l’angolino col piede meno forte. Chapeau.

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