CONI, Giovanni Malagò confermato presidente, guiderà lo sport italiano a Tokyo, dopo anni di covid e caos politico

 CONI, Giovanni Malagò ancora presidente. Un trionfo. Un plebiscito. Tutto secondo le attese e giù auspici di chi ama lo sport. Giovanni Malagò, romano, 62 anni , numero uno del Comitato olimpico italiano dal 2013, è stato rieletto presidente del CONI. Per il suo terzo mandato.

La platea dei 72 votanti, riunita nel prestigioso Tennis Club Milano “Alberto Bonacossa”,  – la palazzina liberty dove nel 1946 venne eletto Onesti – non ha avuto esitazioni . Malagò ha ottenuto 55 voti.  Cioè il 79,71%.

Solo briciole per gli altri due sfidanti:  13 voti  ( 18,84% ) per Renato Di Rocco, 81 anni, ex presidente della Federciclismo ( dal 2005 al 2021 ) ; appena un voto la bolzanina Antonella Bellutti ( 1,45% ). Assenti Francesco Ettorre  ( vela ) e Enzo Resciniti ( danza sportiva ).

Non ha ritirato la scheda il presidente dell’Unione italiana tiro a segno. Due sole le schede scartate : una bianca ed una nulla. Ha presieduto Franco Carraro. Con questa elezione Giovanni Malagò diventa il presidente più longevo nella storia del CONI dopo Giulio Onesti e Gianni Petrucci.

Subito dopo il verdetto Malagò ha dichiarato : “ Sarà mio ultimo mandato.Non mi risparmierò per essere forti e credibili in questo momento di tempesta. Non c’è niente di più bello di fare il presidente del CONI.  Sarò sempre dalla parte dello sport. Un grazie ai miei avversari, solo elettorali. È stata una competizione civile e corretta “.

Parola d’ordine: compattezza. Stiamo uniti.  Serve remare dalla stessa parte.
L’impegnò di Malagò è chiaro: aiutare lo sport aggredito da pandemia e società in crisi.

Gli ultimi due anni sono stati molto difficili. Attraversati dal cambiamento della riforma con la creazione di “Sport e Salute S.p.A“ una azienda pubblica incaricata di dare slancio allo sport italiano. Con un azionista unico: il Ministero dell’economia e delle finanze. Ha sede nel palazzo H del Foro italico a Roma.

Presidente e amministratore delegato è Vito Cozzoli, avvocato cassazionista. L’arrivo poi della pandemia è stato devastante. Ha bloccato tutte le discipline come non era successo neppure durguerra. E per la prima volta nella storia sono state rinviate le Olimpiadi , mettendo in difficoltà migliaia di atleti. Malago’ ha saputo resistere a tanta iattura ed ha fornito risposte. Lo ha detto nel suo primo intervento Proprio come faceva Giulio Onesti (1912-1981 ), leggendario presidente del CONI, scelto – in successione – dai primi tre governi: Bonomi, Parri e De Gasperi. Restò in carica fino al 1978. Poi è cominciata l’era di Franco Carraro.

Ora via alle riforme. Partendo da due “colpi” emblematici: il ritrovato rapporto con Gianni Petrucci e la pace con il calcio dopo un periodo burrascoso e il doppio commissariamento ( Malagò in Lega e Fabbricini in Federcalcio ).

Un altro buon segno. Dopo 107 anni una donna   si è messa in corsa per la presidenza CONI. Si è trattato  di Antonella Bellutti, 52 anni, due ori nel ciclismo su pista  ai Giochi olimpici ( 1996, 2000 ).  Ha preso un solo voto.

Non si era candidata per vincere, nonostante certe sue sparate propagandistiche. Si è candidata per dare voce alle sue battaglie. Una presenza comunque preziosa  per mettere in agenda problemi ignorati o sottovalutati come le tutele del lavoro sportivo, il rilancio delle attività sportive nelle Università, la “ smilitarizzazione “ dello sport italiano.
Antonella si batte da tempo su questi versanti. A Milano ha messo le carte sul tavolo.

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