Come riparte la A: Inter e Atalanta serene, Milan e Napoli con il mal d’Africa, Juve indifesa

Inzaghi e Gasperini riprendono dopo un ottimo girone di andata, Pioli e Spalletti penalizzati dalla partenza dei nazionali, Allegri con tre assenze di peso dietro e con il problema del numero 9

Luigi Garlando

5 gennaio – Milano

Domani riparte la caccia allo scudetto. Non basta pesare valori e condizione perché questo è un campionato atipico, caratterizzato da molte variabili, a cominciare dal Covid che sta fermando diversi giocatori. E poi la Coppa d’Africa, che ha precettato molti protagonisti della Serie A e le trattative di mercato che condizionano organici e umori. Abbiamo provato a valutare come stanno le prime cinque della classifica alla luce di queste tre variabili e della loro incidenza. L’Inter è prima anche in serenità, a parte la rinuncia a Dzeko, positivo. Il Napoli, decimato dal Covid, senza le colonne Koulibaly e Anguissa, volati in Africa, e scosso dal caso Insigne, è il più in difficoltà.

Inter 46 punti

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L’Inter riparte al di sopra di tutte e più serena delle altre. Domani, a Bologna, all’ora dei tortellini, s’incammina nel secondo tratto di campionato con 4 punti di vantaggio sulla seconda (Milan) e 7 vittorie consecutive alle spalle, di cui le ultime 6 senza subire reti. Alla luce delle tre variabili che abbiamo considerato (incidenza Covid-infortuni, Coppa d’Africa, turbolenze di mercato) non c’è concorrente diretta che goda di maggiore serenità. Il virus ha sfilato a Simone Inzaghi un giocatore tatticamente importante come Dzeko (oltre a Cordaz e Satriano), ma il recupero di Correa e l’affidabilità di Sanchez permettono di attutire il colpo.

Per il resto, manca solo Calhanoglu per squalifica. Il turco, protagonista dell’ottimo girone di andata dei nerazzurri, dovrebbe essere sostituito da Vidal. L’Inter non paga dazio alla Coppa d’Africa. Il mercato non porta turbamenti perché si lavora in prospettiva e, al limite, per rafforzare le alternative di una rosa che ha già dimostrato la sua solidità. Nessuna operazione intaccherà le gerarchie attuali. Al massimo qualche spiffero può arrivare da rinnovi problematici (Perisic).

Il mal di pancia nostalgico di Lukaku è stato stroncato subito dal Chelsea. Invece di causare distrazioni ha generato altra positività perché ha confermato la validità delle scelte estive. Inzaghi, forte di certezze tattiche ormai acquisite, può concentrarsi al meglio su un calendario subito impegnativo. Tra le prossime cinque avversarie ci sono Lazio, Atalanta (fuori) e Milan.

Milan 42 punti

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Il virus ha fermato il portiere di scorta, Tatarusanu, la ferita lasciata da Kjaer al centro della difesa dovrà essere cicatrizzata dal mercato, ma alla ripresa del campionato Stefano Pioli vede solo il bicchiere mezzo pieno, perché non gli capitava da parecchio tempo di poter contare sulla corsa di Calabria e di poter scegliere tra Leao e Rebic per accendere le polveri di Ibrahimovic. Lo stesso Zlatan, superato il recente problema al ginocchio, si ributta in battaglia con il solito impeto da capobranco, ma anche con l’orgoglio di chi vuole meritarsi il rinnovo a suon di gol, senza doverlo chiedere.

Tra le prime cinque non c’è squadra che possa programmare un incremento della qualità di gioco grazie al recupero degli infortunati più del Milan. Pioli ha pagato tantissimo la leggerezza della rifinitura e della fase offensiva. Ora può recuperare i picchi del campionato scorso. In compenso, il Milan è tra le squadre che più risentono della Coppa d’Africa. Evaporata la mediana d’inizio stagione: Kessie, Bennacer. La crescita impetuosa di Tonali, che ha guadagnato i gradi di titolare, ha mitigato il danno. Il rendimento di Bakayoko meno. Per questo si lavora sul mercato. Ecco, il mercato, che dovrà puntellare anche la difesa, imporrà a Pioli lavori di assestamento e di equilibrio superiori a quelli di Inzaghi. E il calendario non concede tregue: subito Roma, poi Juve e Inter alla 4a e alla 5a giornata.

Napoli 39 punti

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Su chi è messo peggio là in alto, alla luce delle tre variabili, non ci piove: il Napoli. Ultimi falciati dal virus, ieri: Malcuit, Mario Rui, Spalletti, un massaggiatore, un magazziniere. Dopo Elmas, Lozano, Osimhen… Fabian Ruiz ne è appena uscito, ma ha altri problemi e non è detto che parta per Torino. Oggi nuovo giro di tamponi. Sembra ieri che Spalletti strigliava Allegri: «Una volta che vinco, mi fai la morale…». Era l’11 settembre: terza vittoria consecutiva di un Napoli che ne avrebbe vinte 10 su 11. Ora ne ha vinta una delle ultime 5. È cambiato il mondo. Il Napoli volava in forza di un organico con pochi paragoni, ma anche grazie a una entusiastica empatia ambientale.

Spalletti, oratore eccitante, sembrava il capo popolo ideale. Il primo gol del campionato lo segnò Insigne, fresco campione d’Europa, quasi la promessa di un nuovo trionfo. Il gol decisivo alla Juve lo segnò Koulibaly, quello dello scudetto sfiorato a Torino. Un’abbuffata di presagi. Poi è cambiato tutto. Osimhen infortunato. Koulibaly, Ounas e Anguissa, l’uomo degli equilibri perfetti, sono in Coppa d’Africa. Che giochi bene (rimpianto) o male («Ha la testa in Canada»), Insigne è destinato a turbare comunque. Ma il Napoli resta forte, gli assenti torneranno. Una vittoria a Torino, seguita da un calendario morbido, potrebbe ridare fiato alle ambizioni. Il più è riuscire a essere in 11 allo Stadium.

Atalanta 38 punti

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L’Atalanta ha chiuso l’andata in affanno:
un punto nelle ultime due partite. Rotonda sconfitta contro la Roma di Mourinho e brutto 0-0 a Marassi col Genoa di Sheva. Ma ha pur sempre virato con il record storico di punti. Riparte con un paio di casi Covid (uno è Musso) e senza Zapata, spesso devastante durante il girone d’andata (9 gol). Non è detto che Gasperini riesca a recuperarlo per l’Inter, alla terza giornata. Alla quarta i nerazzurri faranno poi visita alla Lazio all’Olimpico: due gare che possono far fare un cambio di passo alla Dea.

Anche se il vero cambio di passo è atteso quando tornerà a volare Gosens, colonna fondamentale, e Gasp potrà inserire il turbo di un Boga pienamente inserito nella macchina orobica. Storicamente l’Atalanta sgomma a primavera e chiude la stagione in crescendo. Per ora, il neoacquisto prelevato dal Sassuolo è stato precettato in Coppa d’Africa. Perso il Papu, involuto Ilicic, mancava un giocatore che con una giocata tecnica e uno spunto a velocità superiore, potesse far fruttare una mole di gioco che non è mai mancata. Muriel, con altre caratteristiche, può adempiere alla stessa funzione, se, come parso dalle ultime uscite, si avvicina ai picchi della stagione scorsa. L’acquisto di Boga a inizio mercato da parte degli illuminati Percassi permette a Gasp di ripartire e di lavorare con la serenità dei giochi fatti e della rosa chiusa.

Juventus 34 punti

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Il Covid ha steso Chiellini dopo Arthur e Pinsoglio. Perso Bonucci anche per la Supercoppa con l’Inter, indisponibile Danilo. Piena emergenza in difesa, nel reparto che Allegri ha scelto per rialzare la sua Juve. Dopo due vittorie senza subire reti (Bologna, Cagliari), Max cerca continuità contro avversarie di caratura superiore: Napoli in casa, poi Roma fuori. Due incroci in quattro giorni che potrebbero lanciare definitivamente la rincorsa alla zona Champions e preparare l’assalto alla Supercoppa del 12 gennaio a San Siro, contro l’Inter. Un trofeo che non è staccato dal campionato. Vincerlo in casa della capolista vorrebbe dire acquisire altro status, altra convinzione nella risalita.

L’emergenza difensiva è compensata dal recupero di pedine fondamentali in attacco, come Dybala e Chiesa. Se la Coppa d’Africa non ha richiesto tributi, il calciomercato agiterà necessariamente le acque in casa Juve, perché Morata ha già fatto le valigie e cambiare il centravanti non è come cambiare una lampadina in cantina. Passare vigilie come questa chiedendosi: «Meglio far giocare Morata o ha già la testa altrove?» è patologico. Strano derby quello Insigne-Morata. Il nuovo 9 imporrà ad Allegri un riassetto tattico. Ancora di più dovesse arrivare qualcuno a centrocampo, reparto da anni in sofferenza. Perché Allegri ha rimesso a posto lo spirito della Signora, mai il gioco.

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