Caso tamponi-Lazio: condanne e domande rimaste in sospeso

La sentenza del Tribunale Figc non è un’assoluzione, ma vista la gravità delle violazioni contestate ha il sapore sgradevole della contraddizione. E per il presidente Gravina avere un consigliere con dieci mesi e mezzo complessivi di inibizione non è il massimo

La sentenza del Tribunale della Federcalcio non è un’assoluzione, è una condanna. Partiamo da questo dato di fatto, altrimenti c’è il rischio di fare confusione, che nel calcio italiano è sempre pratica diffusa. Al presidente Lotito sono stati inflitti sette mesi di squalifica. Un anno ai due medici sociali, Pulcini e Rodia, che alla fine sono quelli che escono peggio dalla vicenda tamponi. Quanto basta insomma per certificare che il club non soltanto non ha rispettato i protocolli di legge, ma ha anche messo a rischio la salute dei giocatori della Lazio e quella dei giocatori avversari. Esattamente quello che la Gazzetta dello Sport ha sostenuto e documentato con la propria inchiesta giornalistica fin dall’inizio. Il procuratore Chinè e il giudice Mastrocola, in buona sostanza, hanno distinto le responsabilità del club da quelle della squadra, che per loro ha semplicemente subito i comportamenti colpevoli di medici e presidente.

Certo c’è da sottolineare come la richiesta del procuratore federale, la sentenza stessa, non siano per nulla coerenti con il voluminoso impianto accusatorio accertato da Chinè in sede di indagini. Se le violazioni erano quelle contestate in partenza, così numerose e così gravi, la conclusione ha il sapore sgradevole della contraddizione, per usare un eufemismo. Con i sette mesi Lotito può continuare, guarda caso, a ricoprire cariche federali. Anche se siamo convinti che per il presidente Gravina avere nel massimo organo federale un consigliere con dieci mesi e mezzo complessivi di inibizione non sia il massimo. È vero che nel calcio abbiamo visto di peggio, ma speravamo francamente di vedere di meglio. Diciamo che il rinnovamento fatica a imporsi. Rimane la sanzione. Di sicuro sarà un deterrente per quegli ipotetici dirigenti del nostro calcio tentati dal prendere qualche pericolosa scorciatoia. Perché con la salute non si scherza.

Precedente Lucas chiama Theo: "Sta facendo un'ottima stagione. Spero che un giorno..." Successivo Buffon, senti Tacconi: "A 43 anni direi basta, anche se..."