Calcio a rischio default: gli otto punti per salvarlo

Se la federazione usa il termine “default” per descrivere la situazione del calcio, allora la questione è parecchio seria. Il pallone, di fatto, è sgonfio. E così, mentre l’industria che lo fa rotolare ha continuato a vivere sopra le proprie possibilità nonostante la pandemia – nel 2020-21 il monte ingaggi di 16 club su 20 in Serie A è salito anziché abbassarsi – più di qualcuno adesso si è reso conto che il baratro si trova dietro l’angolo.

Il documento inviato dalla FIGC al governo

La Figc, dopo essersi coordinata con la Lega Serie A, ieri ha inviato al Governo (premier Draghi, ministro dell’Economia Franco, ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti e sottosegretaria allo sport Vezzali) un documento ufficiale con 8 richieste per tentare di salvare un sistema che «si trova tecnicamente in default». Il numero uno federale, Gabriele Gravina, incontrerà Vezzali il 4 agosto insieme ai presidenti Petrucci (Federbasket) e Manfredi (Federvolley), con pallacanestro e pallavolo preoccupate per il 25% di capienza dei palazzetti.

Le richieste: con il Green Pass il 100% degli ingressi

Consultando il documento della Figc si ha, invece, la sensazione che la riapertura degli stadi non sia il focus principale. Avere il 100% degli ingressi con Green Pass, e solo come seconda opzione il famoso “riempimento a scacchiera” (un seggiolino sì e uno no), è decisivo per ripartire di slancio – e infatti il calcio chiede di abolire il distanziamento di 1 metro che farebbe riaprire gli stadi al 30% anziché al 50% consentito – ma sono gli sgravi economici e fi scali l’argomento più caldo. Le società non vorrebbero pagare le tasse per almeno 2 anni (alla scadenza dei quali sperano di rateizzare il dovuto per 5 anni), chiedono di accedere a misure di sostegno alla liquidità, di rateizzare i debiti con l’Agenzia delle Entrate, di utilizzare i crediti per imposte derivanti da perdite fiscali nell’epoca Covid, di snellire i vincoli della Legge Melandri per ottenere maggiori introiti dai diritti tv all’estero, di ricevere supporto per gli investimenti nell’impiantistica e di introdurre sgravi per contratti con i giovani calciatori sotto forma di apprendistato. Avanzata pure la richiesta di finanziamenti: 360 milioni per la A, 90 per la B e 60 per la Lega Pro.

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