Bruno Henrique, sette gol nel Flamengo di Renato Portaluppi

La Roma di Viola e Liedholm gli aveva riservato un’accoglienza in stile hollywoodiano: Renato Portaluppi era arrivato a Trigoria in elicottero, nel giorno della presentazione. Un ingresso da divo, atterraggio sul prato, al centro del campo: era l’estate del 1988, il brasiliano giocava nel Flamengo, aveva vinto la Coppa Libertadores e la Coppa Intercontinentale con il Gremio, era l’ala destra della Seleçao e uno degli assi più amati del Sudamerica. Attese tradite, promesse non mantenute. A Roma sarebbe rimasto solo dieci mesi: apriva e chiudeva le discoteche, come ricordano ancora i tifosi giallorossi. E si smarrì presto. Se da giocatore amava gli eccessi e non sopportava le regole, da allenatore – ora che ha quasi 59 anni – si è costruito una carriera brillante: ha conquistato la Coppa Libertadores e la Recopa Sudamericana con il Gremio e da un mese sta regalando emozioni e divertimento nel Flamengo, la squadra più bella e spettacolare del Brasileirão.

IL NUOVO FLAMENGO – Il modulo è il 4-2-3-1, l’ex juventino Diego fa il regista davanti alla difesa e l’ex interista Gabigol domina la scena in attacco. Nel Flamengo ha preso il posto di Rogerio Ceni, che aveva vinto il campionato senza però riuscire a entrare nel cuore dei tifosi. Renato Portaluppi viene considerato un candidato per la panchina del Brasile dopo il Mondiale in Qatar: la soluzione più accreditata, il nome caldo come prima alternativa al ct Tite, criticato in questi giorni per aver perso la Coppa America in finale contro l’Argentina di Messi. Il Flamengo ha ingranato subito la marcia giusta con Renato: ha travolto il Bahia (5-1), ha asfaltato il San Paolo (5-0) di Crespo e ha dimostrato una netta superiorità anche nella notte di domenica, battendo per 3-1 il Corinthians di Sylvinho, ex assistente di Mancini nell’Inter.

LA FORMAZIONEDiego Alves in porta, Isla e Filipe Luis sulle fasce, Gustavo Henrique e Leo Pereira al centro della difesa. Diego è il faro, Willian Arão fa lo sceriffo davanti alla difesa. L’uruguaiano De Arrascaeta è il fantasista, mentre le due ali sono Everton Ribeiro e Bruno Henrique, con Gabigol che pensa a trovare il varco in area e a inventare la sponda per i suoi compagni. Il Flamengo insegue il terzo titolo consecutivo, dopo quelli conquistati con il portoghese Jorge Jesus e Rogerio Ceni.

LA CERTEZZA – Bruno Henrique è il mago della fascia sinistra: splendido il rapporto sbocciato con Renato Portaluppi. Ha segnato tre gol al San Paolo e uno al Corinthians, ha realizzato una doppietta contro il Fortaleza e ha sbloccato la partita con l’America. Ha trent’anni, è nato a Belo Horizonte il 30 dicembre del 1990. E’ stato lanciato dal Cruzeiro, ha giocato in prestito nell’Uberlandia, ha deluso nel Wolfsburg, nell’unica esperienza all’estero. Era il 2016, un anno dopo ha lasciato la Germania ed è tornato in Brasile per firmare con il Santos. All’inizio del 2019 ha sposato il Flamengo: è costato cinque milioni,. Nel 2019 ha trascinato la squadra di Jorge Jesus segnando ventuno gol in campionato, con due triplette al Corinthians e al Ceará. Nel 2020 ha colpito dieci volte e ora ha già raggiunto quota sette. E’ uno degli artisti del 4-2-3-1 di Renato Portaluppi e non ha smesso di sognare la chiamata di un club europeo. Nel Wolfsburg giocò solo 589 minuti, difficile il rapporto con i tecnici Dieter Hecking e Valérien Ismaël. Poco spazio, qualche infortunio e il problema legato alla lingua tedesca: ha ritrovato l’allegria nel Flamengo.

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