Bilanci, stipendi, penalizzazioni: tutti gli attacchi di Commisso all’Inter

Le polemiche dopo l’anticipo del Franchi sono soltanto l’ultimo capitolo di una lunga serie di veleni sull’asse Firenze-Milano. Spesso, i temi sono economici

Tra Rocco Commisso e l’Inter il rapporto è un po’ litigarello. L’ultimo anno e mezzo, soprattutto la seconda metà del 2021, è stato ricco di commenti polemici o velenosi da parte del patron della Fiorentina nei confronti del club nerazzurro. Soprattutto hanno tenuto banco i temi economici, ma in generale il clima tra le due società si è via via caricato di tensione. Senz’altro il punto di contatto tra tutte le polemiche del presidente viola è il confronto tra la sua gestione virtuosa e quelle – a suo dire – più “generose” della concorrenza del campionato italiano. Le schermaglie del Franchi con le accuse di comportamenti violenti, le smentite e le richieste di scuse, sono quindi solamente l’ultimo vagone di un treno lungo decine di metri.

Le polemiche

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Il canovaccio è rintracciabile in ognuno degli episodi che si possono far riemergere dal recente passato, i ricordi che si possono “sbloccare” dagli archivi. Si prendano le parole di Commisso del 19 settembre 2021, che paiono un manifesto degli attacchi del presidente alle big della Serie A: “La mia Fiorentina è in regola, Juventus e Inter no”. È infatti importante ricordare come i nerazzurri siano solamente uno dei tanti bersagli del patron italo-americano. “Le regole nel calcio italiano devono essere più trasparenti – spiegava in radio -, noi siamo senza debiti e io ogni sei mesi porto soldi in Italia per rientrare nell’indice di liquidità”. E poi via con termini ricorrenti: “Non va bene, c’è un senso di falsità in questo calcio. Deve esserci trasparenza nei conti. Invece da quel ho letto le norme non sono state rispettate dalla Juve che ha 200 milioni di perdite, altri 150. Eppure non mi risulta che abbiano avuto delle penalizzazioni in classifica o sul mercato – aveva rimarcato il presidente del club viola -. Noi paghiamo tutto, non abbiamo debiti. Dobbiamo avere un campionato trasparente dove tutti sono trattati in modo uguale e con regole uguali per tutti”.

secondo round

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Un paio di settimane più tardi, il raddoppio sulla scia della perdita record dell’Inter: “La pandemia ha colpito tutti, poi ogni società ha avuto i propri problemi. Da parte nostra continuo a promettere che qui in bancarotta non andremo mai e quando avremo bisogno di soldi li porteremo per andare avanti. Questo non è stato fatto da tutti, i controlli su alcuni parametri come ad esempio gli indici di liquidità non hanno funzionato e al termine dello scorso campionato molte società non erano in linea. Questo non è giusto”. Nello sfogo dell’1 ottobre 2022, arriva quindi anche l’allusione: “Ci sono società senza debiti che poi perdono in campo e vanno in Serie B, come il Parma. E altre che non stanno dentro le regole, ma non succede niente e questo non credo sia giusto. Ci devono essere delle penalizzazioni e le cose devono cambiare. Le leggi devono essere sopra tutti ed uguali per tutti”. L’ennesimo virgolettato di Commisso, due settimane più tardi: “Ogni sei mesi dobbiamo fornire dei dati sul rapporto di liquidità. La Fiorentina lo ha fatto, altri club no. C’erano alcune squadre lontane dal rispettare i requisiti necessari, una di queste ha vinto il campionato (l’Inter, ndr) e per rettificare il rapporto di liquidità ha dovuto vendere Lukaku e Hakimi. Chi non rispetta le regole dovrebbe pagarne le conseguenze ed essere penalizzato in campionato”.

Le reazioni

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Come ha risposto l’Inter a questi attacchi più o meno mascherati? La linea è stata sempre molto simile: i dirigenti a cui erano stati chiesti dei commenti non sono quasi mai entrati nel merito delle polemiche, liquidando le imbeccate con frasi chiare e brevi, spesso dei “no comment”. Al primo virgolettato aveva per esempio risposto l’a.d. Alessandro Antonello: “Io dico che ognuno in casa propria dovrebbe cercare di capire come gestire il proprio club. L’Inter ha sempre rispettato le regole. Non è questa l’ora di fare polemiche, bisogna rimanere uniti perché il momento del calcio italiano ed europeo è molto difficile”. Dopo la pandemia tutte le casse dei club sono state stressate dalla crisi economica ed è proprio con questi presupposti che i temi economici sono tornati prepotentemente d’attualità. Nessuna risposta invece dal direttore sportivo Piero Ausilio con l’appiglio del ruolo diverso rispetto a Commisso, mentre sul caso plusvalenze la richiesta dal patron viola di trasparenza, lo scorso dicembre era toccato a Giuseppe Marotta gestire la grana: “Come Inter siamo abituati a dibattere nelle sedi istituzionali, Federazione e Lega. Il principio di trasparenza deve essere insito in ogni organizzazione calcistica”.

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