BEBE VIO/ Paralimpiadi 2016: la campionessa si racconta, dall’oro di Rio al “sogno proibito”… (esclusiva)

BEBE VIO, PARALIMPIADI 2016: L’ATLETA D’ORO SI RACCONTA (ESCLUSIVA) – E’ la ragazza dell’impossibile, perchè nella sua vita è stata capace di compiere imprese incredibili. Beatrice Vio è diventata un simbolo dello sport italiano e non solo, con quel suo oro nel fioretto individuale alle Paralimpiadi di Rio che ha esaltato tutti. Lei la scherma c’è l’ha nel sangue, è una vera campionessa se si considera che è anche detentrice del titolo mondiale. E ha solo diciannove anni. Simpatica, estroversa, un simbolo per tutti gli atleti italiani che hanno partecipato alle scorse Paralimpiadi di Rio. Una “Ragazza magica”, come la canzone che Jovanotti le ha dedicato. Beatrice, un personaggio di cui sentiremo parlare ancora per tanto tempo… per ripercorrere le emozioni delle Paralimpiadi e non solo ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva proprio Bebe Vio.

Sensazioni, emozioni, qual è il tuo ricordo della tua medaglia d’oro di Rio?

 So di aver urlato tantissimo, riguardando un video mi sono resa conto che ho gridato anche più di quello che credevo… praticamente non finivo più! E di aver pianto per l’intero palazzetto! La tensione era tantissima e dopo aver dato la stoccata decisiva non ho capito più niente!

Hai usato una tattica particolare per battere in finale la schermidrice cinese Zhou Jingjing?

 Nessuna tattica, in quei momenti devi cercare di mantenere la concentrazione ai massimi livelli e cercare di essere più veloce dell’avversaria.

Eri la favorita: come hai saputo mantenere la concentrazione in tutte le Olimpiadi?

 La pressione era molto forte e le settimane precedenti non ho potuto allenarmi molto perché mi ero fatta male alla spalla. È stata dura rimanere concentrati ma ce l’abbiamo fatta, soprattutto grazie allo stupendo team che ho alle spalle e che mi aiuta tantissimo!

Contenta di essere stata portabandiera dell’Italia della cerimonia di chiusura?

 Contentissima! È stato un onore essere scelta dal Presidente del CIP Luca Pancalli come portabandiera. Entrare al Maracanã seguita da tutti gli atleti italiani e sventolando il tricolore fa un certo effetto…

Eri già stata a Londra tra i tedofori: cosa vuol dire partecipare alle Olimpiadi?

 Le Paralimpiadi di Londra sono state un assaggio perchè all’epoca non ho gareggiato, ho solo fatto da tedofora in qualità di futura atleta alle Paralimpiadi. Rio invece è stata un’esperienza pazzesca! Ho vissuto a pieno ogni singolo instante, si respirava felicità e solidarietà in ogni angolo. Bellissimo!

Punti a Tokyo 2020?

 Che domande, certo! Speravo di concludere la mia carriera con Roma 2024 ma purtroppo forse non potrà essere così. Tokyo comunque rientra senza dubbio tra i miei piani!

Campionessa del mondo e olimpica, hai tirato scherma a scopo pubblicitario con Valentina Vezzali: è lei il tuo modello?

Conosco Valentina Vezzali ed è una grandissima atleta, la ammiro molto! Ha avuto una carriera davvero invidiabile e sarebbe un sogno riuscire a replicarla!

Come hai iniziato a fare scherma?

Ho iniziato a fare scherma quasi per caso, a 5 anni. Mi avevano portata in palestra qui a Mogliano per provare pallavolo ma, finita la lezione, ho attraversato il corridoio e sono rimasta folgorata da questi ‘zorro’ vestiti di bianco che si stavano allenando… c’è poco da fare, è stato amore a prima vista!

Quanto conta lo sport per persone portatori di handicap, consigli di farlo a persone nella tua condizione? 


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