Addio infortunio, è sempre il solito Morata: mai così forte in carriera

Out per due match per un problema muscolare, Alvaro è tornato tra Sassuolo e Genoa: segna e gioca per la squadra, ormai è uno dei top in Europa

Quattro minuti contro il Sassuolo (inizialmente non programmati), altri 120’ in Coppa Italia dove – tanto per cambiare – l’ha messa dentro: Alvaro Morata è tornato e non solo per il gol del 2-0 contro il Genoa. Se vogliamo, quello diventa una ciliegina su una torta già buonissima fatta di corsa, cuore, polmoni e assist (per Kulusevski). E tutto dal 1’ al 90’. Anzi, fino al 120’. Qualificazione (sudatissima) a parte, per Pirlo la condizione di Alvaro è la miglior notizia in vista dell’Inter: c’erano dei dubbi alla vigilia, si ipotizzava di riservargli una manciata di minuti ieri sera, magari in una staffetta con Ronaldo, invece – anche per il risultato da portare a casa – è rimasto in campo fino alla doccia calda. Bene così, per la Juventus. Che ora può preparare il super match di Milano con un bomber al top della forma.

SEMPRE INSOSTITUIBILE – Alla vigilia della sfida interna con l’Udinese (2 gennaio) lo spagnolo era andato k.o. per un risentimento muscolare alla coscia destra: nulla di grave, solamente un fastidioso contrattempo che gli ha impedito di saltare anche il confronto contro il Milan. La Juve ne ha vinte due su due senza di lui (tre considerando il derby con il Torino, nel quale è mancato per squalifica), ma la sua assenza si è sentita parecchio: in questa stagione, accanto a Cristiano, Alvaro è semplicemente insostituibile. Neanche Dybala è riuscito a sfruttare il suo infortunio, confermando che questa sembra sempre di più un’annata maledetta. Di certo, non per l’ex Real: mai, in carriera, era stato tanto bomber, killer e quindi decisivo.

IL TOP DELLA CARRIERA – In questa stagione ha segnato 11 gol in 19 presenze, addirittura 6 e 6 in Champions League: qualcuno nutriva dei dubbi quando il 20 settembre scorso si chiuse il suo ritorno a Torino (all’Atletico Madrid 10 milioni di euro per il prestito oneroso), considerando che fino a quel momento, quello step da grande giocatore a fuoriclasse, non era stato compiuto. Come detto, stanno parlando i numeri per Morata. Ma anche la sua tranquillità fuori dal campo, spesso un aspetto necessario per rendere davanti alla porta: con la sua Alice e la famiglia va alla grande, il sorriso non manca mai e a Torino si sente a casa. Si dice che la sua (28 anni) sia l’età della piena maturità calcistica: qualcuno temeva che per lui non sarebbe mai arrivata, ma oggi in Europa ci sono pochi attaccanti così letali davanti alla porta e tanto preziosi a palla lontana. “Averne, come Alvaro”, verrebbe da dire. Pirlo, ovviamente, lo sa. E per il derby d’Italia di domenica farà come sempre affidamento sugli uomini che contano: Morata e Ronaldo. La rimonta-scudetto della Juve passerà soprattutto da loro.

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