50 anni fa l’alluvione a Firenze De Sisti: “Solo gommoni…”

La Biblioteca Nazionale e i vicoli di Santa Croce sono tra i primi a inchinarsi alla furia dell’Arno. È la notte del 4 novembre del 1966. Domani saranno cinquant’anni. Ventisei ore ininterrotte di pioggia, in media 210 millimetri. Un fiume impazzito che piomba in città alla velocità di 4100 metri cubi al secondo, inondando Firenze. Giancarlo De Sisti, uno dei calciatori simbolo della Fiorentina e capitano della squadra del secondo scudetto, a quei tempi è un giovanotto di belle speranze appena arrivato in maglia viola. Il ricordo di quei giorni drammatici è ancora ben vivo nella sua mente.

IL RACCONTO“La mattina del 3 novembre vado all’ospedale di Careggi per un controllo – spiega ‘Picchio’ -. Un problemino muscolare. Dopo l’esame raggiungo lo stadio in macchina. Sotto un vero diluvio. L’allenamento è annullato. Io stavo in uno dei punti più colpiti dall’alluvione, ma l’appartamento è al quinto piano, io e Nadia siamo sposini novelli e ci sentiamo protetti. Quindi, niente fuga. Scendo a mettere la macchina in garage e il portiere mi guarda strano. È un tifoso vero della Fiorentina. Mi dice: “O icchè tu fai, voi dire addio alla tu macchina? E tu saresti il cervello della mi’ Fiorentina. Poeri a noi”. Non avevo capito cosa stava per succedere”.

Prati lotta con Superchi e De Sisti in Fiorentina-Milan 4-2 del 1970. RCS Quotidiani

Prati lotta con Superchi e De Sisti in Fiorentina-Milan 4-2 del 1970. RCS Quotidiani

IL RISVEGLIO — De Sisti è l’unico giocatore della squadra che abita in una zona a rischio. “Mi sveglio all’alba e per strada non ci sono macchine ma gommoni. Dal garage esce la nafta. Con mia moglie siamo un po’ spaventati e un po’ incuriositi. Niente luce, niente televisione, niente telefono. Noi e l’acqua. Fa anche freddo perché è saltato il riscaldamento”.
GLI angeli del fango — Il giorno dopo l’acqua non c’è più, solo fango e dolore. I giocatori viola aiutano come possono, il Franchi diventa un centro di accoglienza. E poi arrivano gli angeli del fango…
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 Luca Calamai 

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