Vienna, l’orrore, Savicevic: trent’anni fa l’ultima recita dei brasiliani d’Europa

Trent’anni fa l’ultimo match ufficiale della Jugoslavia unita: vinsero, ma avevano già iniziato a frantumarsi…

Succedeva nel cuore dell’Europa, una ferita aperta oltre il nostro giardino. In quell’autunno del 1991 il numero dei morti, in maggioranza civili, aveva già superato le diecimila unità. Alla fine della guerra – quattro anni dopo – saranno più di centomila, calcolati per difetto, con il genocidio di Srebrenica – luglio del 1995 – a segnare il punto di non ritorno con oltre ottomila musulmani bosniaci massacrati dalle milizie serbe-bosniache del generale Mladic. Tutto era cominciato nel giugno del 1991 quando Croazia e Slovenia avevano dichiarato la loro indipendenza. Subito l’esercito – in gran parte formato da soldati serbi e guidato dal leader Slobodan Milosevic – era intervenuto in Slovenia per riprendere il controllo delle frontiere. Fu la famosa “guerra dei dieci giorni”, chiusa con un negoziato.

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