Toro, tutti pazzi per Radonjic: gol, dribbling e spettacolo

TORINO – Il mercato finisce domani e poi ci vorrà del tempo per capire chi si è mosso bene oppure no. Ma è indubbio che l’arrivo di Nemanja Radonjic al Torino abbia ottime possibilità di essere uno dei colpi di questa estate. Con tutta la prudenza del caso, dati i precedenti dell’esterno serbo, del quale tutti hanno sempre evidenziato il talento ma anche il carattere un po’ così: ragione per cui, quand’era diciottenne, venne acquistato da Walter Sabatini per la Roma ma non riuscì mai a indossare la maglia giallorossa.  
Allora diciamo che in questo momento Radonjic è uno dei giocatori più interessanti del nostro campionato, per l’eccezionale capacità di saltare l’uomo – uno dei gesti tecnici che più esaltano i tifosi, specie in questo calcio sempre più fisico -, per la determinazione nel cercare la conclusione verso la porta, per l’atteggiamento sempre propositivo. Poi, certo, c’è da migliorare e Ivan Juric gliel’ha ricordato anche dopo l’eccellente prestazione contro la Cremonese: “Ha fatto un bel gol e una bella gara, ma poteva farne altri e voglio che aumenti la realizzazione”
In effetti, in queste prime quattro partite Radonjic ha segnato due reti – nell’esordio in Coppa Italia contro il Palermo e sabato a Cremona -, però nella classifica dei marcatori avrebbe potuto essere almeno un gradino più su, perché le opportunità per andare ancora a segno ci sono state. Di sicuro, ha dimostrato di cavarsela egregiamente nei dribbling (come dimostra la statistica qui sopra, dove è al primo posto con Frattesi per azioni riuscite) e anche di avere una condizione atletica invidiabile, visto che ha disputato due partite per intero e nelle altre è stato sostituito soltanto nei minuti conclusivi. 

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Radonjic, operazione di primissimo piano

C’è un altro dato molto significativo che rende l’operazione Radonjic di primissimo piano: il costo. Già, perché il serbo è arrivato al Toro dal Marsiglia in prestito con obbligo di riscatto fissato a due milioni più bonus: una cifra obiettivamente bassa per quanto abbiamo potuto vedere finora. La verità è che il club francese, dove Radonjic ha giocato per due stagioni e mezzo, ha smesso di credere in lui, decidendo così di lasciarlo prima all’Hertha Berlino e poi al Benfica: in entrambi i casi l’esterno non ha giocato tantissimo e soprattutto mai ha dato l’impressione di trovarsi a proprio agio. Di certo non come sta accadendo al Torino, dove sembra aver trovato l’ambiente ideale per esprimere le proprie doti senza scivolare negli atteggiamenti che tanto l’hanno condizionato in passato, appena accennati in verità quando, in Coppa, ha festeggiato il gol polemizzando con l’arbitro Ghersini che, poco prima, gli aveva annullato una rete per fuorigioco di Sanabria (decisione presa su segnalazione del Var e, va detto, corretta). Inevitabile, in quella circostanza, il cartellino giallo. Ma per il resto ha mostrato soltanto la parte positiva del suo carattere e la bellezza del gol di Cremona – trenta metri palla al piede, appoggio di tacco per Vojvoda e tocco ravvicinato a raccoglierne il cross dalla sinistra – è sotto gli occhi di tutti. Lo striscione di un tifoso con scritto “Maradonjic” è un tantino esagerato, ma Vagnati sembra avere messo a segno un colpo importantissimo. 

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