Toro, il 4 maggio a Superga torna la tradizione

TORINO – Il 4 maggio si tornerà a salire tutti insieme sul colle, quattro anni dopo: più vicini al cielo, e l’immagine dice tutto perché riempie il cuore. L’ultima volta a Superga, con alcune migliaia di tifosi in pellegrinaggio tra la Basilica, la lapide e il piazzale, nel 2018. Nel ‘19, le celebrazioni in memoria del Grande Torino si svolsero invece nel Duomo, in coincidenza con i 70 anni della tragedia (la Basilica di Superga, oltretutto, era chiusa per restauri). Poi esplose la pandemia: e per due anni le cerimonie si svolsero al Filadelfia soltanto per la dirigenza e la squadra, in raccoglimento davanti al cappellano granata, don Riccardo Robella. Con la possibilità per i tifosi, all’epoca, di seguire l’evento sul web. E con Belotti (un anno fa) che era salito sul colle in forma riservata, in precedenza e in segreto per evitare assembramenti, accompagnato da un cameraman e da alcuni collaboratori: davanti alla lapide, sul luogo della tragedia, lesse i nomi dei trentuno caduti, come abitudine consolidata per i capitani del Torino.

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Nel 2020 prima volta senza tifosi

Però in perfetta solitudine, un anno fa, e non con alle spalle e ai fianchi centinaia e centinaia di tifosi. Le immagini furono poi diffuse il 4 maggio in poetica mescolanza con l’esecuzione da parte della band Sensounico, nel pronao della Basilica (esecuzione anch’essa registrata precedentemente), di “Quel giorno di pioggia”: la loro canzone (amatissima dai tifosi) da un paio di lustri diventata l’inno dello spirito in memoria del Grande Torino. Nel ‘20, all’inizio della pandemia, le cerimonie furono invece limitate al Fila in forme inevitabilmente più semplici e per la prima volta senza tifosi: mai successo prima, dal 1950 (primo anniversario della tragedia). Sarà un mercoledì, il 4 maggio.

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Alle 17 ci sarà la messa

E come sempre comincerà alle 17 inoltrate la Messa in memoria del Grande Torino e delle altre vittime della sciagura aerea del 1949 (equipaggio e giornalisti, tra cui Renato Casalbore, fondatore e primo direttore di Tuttosport). La Basilica non potrà essere affollata senza restrizione alcuna come nel periodo pre-Covid, con tifosi e fedeli stretti e pigiati in ogni angolo come in Maratona, ma sarà comunque aperta al pubblico (a tempo debito il club granata comunicherà le modalità). A seguire, la tradizionale lettura dei nomi alla lapide dietro alla Basilica e la benedizione di don Robella, con accesso possibile per un gran numero di tifosi. E il piazzale, come un tempo, potrà essere di nuovo meta di raduno, raccoglimento e incitamento per quel popolo del cuore che ha nel cuore il Grande Torino: e sangue granata nelle vene […]

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